Ciccone quinto «Adesso voglio una tappa»
Giulio Ciccone c’è. Quinto a Le Lioran, in una delle tappe più dure di questa edizione del Tour, subito dietro ai mostri sacri Vingegaard, Pogacar, Evenepoel e Roglic. L’abruzzese ha lanciato finalmente un segnale, dopo una prima metà di Grande Boucle trascorsa nelle retrovie e in cui non era mai riuscito ad andare oltre la nona posizione di Valloire. Adesso l’azzurro della Lidl-Trek è di nuovo tra i primi dieci della classifica, con la speranza di poter ancora inseguire un successo di tappa prima del gran finale a Nizza. «Sono soddisfatto soprattutto per la mia condizione, ho avuto la conferma di stare bene
- ha commentato Ciccone, 29 anni - Abbiamo vissuto la giornata più dura del Tour, ma sono riuscito a restare nel vivo. I big della classifica? Non ho provato nemmeno a seguirli, vivere l’attacco di Pogacar in diretta e da vicino fa più male di quello che si vede in tv». Per l’Italia si tratta del primo segnale dopo dieci tappe senza sussulti e appena sette corridori che stanno prendendo parte alla corsa francese. L’ultimo successo azzurro alla Grande Boucle risale ormai a cinque anni fa, con il colpo di Nibali a Val Thorens nel 2019.
OBIETTIVO CHIARO - Ieri nel momento in cui Vingegaard è uscito allo scoperto, andando a riprendere Pogacar con un’incredibile rimonta, Ciccone aveva già perso le ruote dei migliori in classifica, ma sul Col de Font de Cère è stato il migliore tra i sopravvissuti, rimanendo con Almeida, Adam Yates e Landa per poi prendersi la quinta piazza all’arrivo. L’anno scorso GIulio conquistò la maglia a pois, ma quest’anno la strategia è cambiata e l’obiettivo è quello di vincere una tappa. «Sono molto lontano dai primi quattro e quindi lo spazio per le fughe non mancherà conferma - Proverò a sfruttare questa mia condizione per azzeccare la fuga giusta. E poi, come ho sempre detto, bisogna correre con i propri mezzi. Io faccio il massimo con le mie possibilità».