Cantarelli, il ministero ora pensa al fallimento
L’offerta dei bulgari con Pacenti non convince Roma nonostante l’ok del commissario. E il 12 in tribunale c’è l’udienza decisiva
▶ AREZZO
Il balletto sulla crisi Cantarelli potrebbe finire con un colpo di scena: il fallimento.
Sì, dopo l’ennesimo giro a vuoto dei lavoratori lo scorso 8 marzo a Roma (“Stiamo leggendo le ultime carte, la decisione è in arrivo”, fu l’esito dell’incontro al Ministero dello sviluppo economico), prende quota l’ipotesi della liquidazione dell’azienda.
In oltre due anni di amministrazione straordinaria, Cantarelli non è stata collocata sul mercato, come impone la legge Prodi Bis. E il continuo rimandare la pre assegnazione, alla Men’s Fashion (partecipata al cinquanta per cento dai bulgari di Richmart e Antongiulio Pacenti), che sembrava il pretendente più accreditato, lascia intendere che l’offerta non convince appieno.
E’ la terza volta che la società fiorentina sembra lì lì per acquisire l’azienda della moda di Terontola, ma la chiusura del cerchio non arriva mai. Da un lato l’offerta Pacentiyordanov avrebbe ricevuto l’ok del commissario Leonardo Romagnoli, ma il semaforo del Ministero non ha mai fatto scattare il disco verde. Si parla di sintonia non proprio al top, se non di divergenza di vedute. In ogni caso il risultato tangibile è lo stallo, mentre i giorni passano pericolosamente.
Così l’udienza di prassi fissata dal tribunale fallimentare di Arezzo per il 12 aprile prossimo rappresenta il suono di gong per la lunga e tortuosa vicenda. Se quel giorno, infatti, non sarà incardinata alcuna operazione di vendita (almeno la pre assegnazione) i giudici dovrebbero avviare le procedure fallimentari. Con tutto quello che ne consegue. Certo, c’è ancora margine di tempo perché lo scenario cambi. Ma pare che a Roma la riflessione profonda sul da farsi sia in atto e contempli anche il ‘game over’.
Intanto la gestione commissariale di Cantarelli negli ultimi giorni ha fatto registrare alcuni passaggi decisionali e contabili di rilievo. Come la prenotazione dello stand al prossimo Pitti Immagine Uomo di primavera. E lo sblocco di materiali - tessuti - per realizzare i capi in fabbrica. Non sembrano le mosse di chi è al capolinea. Ma serpeggia tra le maestranze il timore che il prossimo mese manchino le risorse per far fronte agli stipendi dopo il pagamento delle ultime mensilità e dei contributi. Le casse ormai ridotte al lumicino vengono viste con crescente apprensione.
La vicenda è ingarbugliata e circondata ora da silenzi ora da annunci a vuoto. Tacciono ormai da tempo le istituzioni (Prefettura, Comuni), incalzano le organizzazioni sindacali. I dipendenti complessivamente sono 250, di cui 140/150 al lavoro e gli altri in cassa integrazione. Riscontrato che nessun big della moda si è fatto avanti per Cantarelli, il bivio a questo punto sembra essere: 1) la pre assegnazione in extremis a Men’s Fashion (superando tutte le riserve e i dubbi che il Ministero nutre) con la successiva gestione della complessa partita sugli ammortizzatori sociali, dato che l’azienda ripartirebbe con 60 unità; 2) la via del fallimento, dolorosa dal punto di vista occupazionale e con scenari finora non previsti, ma che consentirebbe su nuove basi di riavvicinare intorno a marchio e attività una platea di pretendenti dai nomi anche importanti. ▶