Martina, altri testimoni Il pr e lo spacciatore
Mossa dell’avvocato Albertoni per far luce sulla notte prima della tragica caduta dal balcone. I ragazzi aretini acquistarono hashish, ma chi la fumò?
AREZZO - Non è ancora iniziato ma già si affolla di nuovi personaggi il processo per la morte di Martina Rossi, la ventenne precipitata dal balcone dell’hotel (3 agosto 2011) durante la vacanza alle Baleari. Il pr della discoteca di Palma e lo spacciatore dal quale si rifornirono di “fumo” i ragazzi aretini, vengono indicati come testimoni da sentire in aula. L’iniziativa è dell’avvocato Tiberio Baroni, difensore di Alessandro Albertoni, imputato insieme a Luca Vanneschi (difeso da Stefano Buricchi) per il reato di morte in conseguenza di tentata violenza sessuale di gruppo. Per il pm Roberto Rossi la ragazza genovese cadde in slip dalla terrazza della camera dei due giovani nel disperato tentativo di sfuggire ad uno stupro. Baroni ha chiesto in extremis una integrazione probatoria per sostenere altre ricostruzioni dell’accaduto. Chi sono i nuovi testimoni? Uno è Paolo E., il pr del locale dove i giovani trascorsero la notte: un italiano residente a Palma al quale chiesero dove procurarsi dell’hashish. L’altro testimone è appunto Alejandro M.P., lo spagnolo a casa del quale i giovani (i due imputati e uno degli altri due aretini in vacanza con loro) acquistarono la sostanza stupefacente. E’ indicato come testimone anche il taxista che li accompagnò. Perché questo interesse al “fumo”? Perché dagli atti risulta che prima della tragedia, quando Martina salì nella camera degli aretini, ci fu nel terrazzo una fase di consumazione della droga. Forse la difesa di Albertoni vuol sostenere che anche la ragazza ne fece uso dopo aver sorseggiato dei cocktail in discoteca: Baroni ha più volte insistito per l’ipotesi di una caduta volontaria della ventenne, collegandola anche a problemi psicologici avuti in precedenza che certi stimoli esterni possono aver sollecitato. Uno scenario che indigna i genitori di Martina, babbo Bruno e mamma Franca, che il 27 marzo - assistiti dagli avvocati Luca Fanfani e Stefano Savi - saranno in tribunale per chiedere giustizia. Col timore che di rinvio in rinvio maturino i tempi della prescrizione (2019) e tutto venga vanificato. Sempre Baroni che ha pure chiesto di sentire come testimone il regista Carlo Verdone per la scena di un film in cui si rappresenta un suicidio - attende la risposta del tribunale alla sua eccezione che mira a far saltare il processo: “Sono stati già prosciolti in Spagna”. Tornando alla questione droga, finora era rimasta in secondo piano per possibili conseguenze penali (reato ormai prescritto) e la difesa di Albertoni chiede siano sentiti sul punto gli altri due amici di Alessandro e Luca, le ragazze amiche di Martina e la polizia giudiziaria che individuò lo spacciatore. ▶