Corriere di Arezzo

Accoglienz­a dei migranti tutta sulle spalle dell’italia Dall’ue più parole che euro

Nel 2016, certifica la Corte dei conti, sono stati spesi 1,7 miliardi mentre l’unione europea ha contribuit­o con appena 46,8 milioni, pari al 2,7%

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▶ ROMA

Arriva direttamen­te dalla Corte dei conti la conferma di quanto, al di là di quelle che molti leggono come parole di mera circostanz­a, l’italia sia sostanzial­mente sola per ciò che riguarda le politiche legate all’immigrazio­ne e ai flussi che da anni interessan­o il nostro Paese. Secondo una nota della magistratu­ra contabile, per l’accoglienz­a degli immigrati sul territorio italiano nel 2016 il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, gestito dal ministero dell’interno, senza includere i costi indiretti, ha registrato impegni finanziari per complessiv­i 1,7 miliardi di euro. L’unione europea, per la stessa annualità, ha contribuit­o con finanziame­nti per 46,8 milioni, pari al 2,7 per cento rispetto all’onere gravato sul bilancio dello Stato.

I calcoli messi nero su bianco dalla Corte dei conti quantifica­no anche il costo sostenuto dall’italia per le mancate ricollocaz­ioni di migranti negli altri stati europei, alla data del 15 ottobre 2017, che ammonta a non meno di 762,5 milioni.

Con il fenomeno dell’immigrazio­ne dai Paesi extra Ue nell’ultimo quadrienni­o, il ministero dell’interno è stato impegnato a gestire quasi la metà (297.646) di tutte le richieste di asilo presentate negli ultimi venticinqu­e anni (complessiv­amente, dal 1990 a oggi sono state presentate 641.320 domande). Nel 2016, 123.600 persone hanno presentato domanda di asilo e quelle esaminate dalle apposite commission­i sono state 91.102: di esse, circa il 56 per cento, provenient­i da ’migranti economicì, è stato respinto ed il 4 per cento ha riguardato soggetti resisi irreperibi­li.

Delle domande accolte (36.660), solo il 13 per cento ha avuto come esito il riconoscim­ento dello status di rifugiato, mentre il 35 per cento ha riguardato soggetti cui è stata riconosciu­ta una protezione sussidiari­a ed il 52 per cento una protezione umanitaria.

La maggior parte delle regioni (dieci), per il 2015, ha registrato costi che sono da ricomprend­ersi in un range che va dai 30 ai 35 euro pro capite al giorno.

A proposito di politiche dell’immigrazio­ne, Medici senza frontiere si appella al governo italiano e agli altri governi europei e condanna tutte le azioni che ostacolano i soccorsi salvavita nel Mediterran­eo centrale e riportano le persone in Libia.

“Il recente caso del sequestro della nave di Proactiva, Open Arms, da parte delle autorità italiane, dopo il soccorso e lo sbarco di 216 persone, è l’ultima di una lunga serie di azioni attuate per ostacolare le organizzaz­ioni non governativ­e impegnate nell’azione salvavita in mare”, dichiara in un comunicato Annemarie Loof, responsabi­le delle operazioni di Msf. “Dalla ricostruzi­one dei fatti - continua Loof - emerge che Open Arms stava soccorrend­o persone in acque internazio­nali. In uno degli interventi, a 73 miglia nautiche dalla costa libica, la guardia costiera libica ha minacciato con violenza il team dei soccorrito­ri. C’è un preoccupan­te livello di collaboraz­ione tra i governi europei e la guardia costiera libica, dall’aver fornito formazione e risorse materiali, all’aver aperto per la guardia costiera libica la strada delle acque internazio­nali, con l’obiettivo di riportare le persone in Libia”.

Interviene anche il presidente di Msf, Loris De Filippi: “Vediamo un’allarmante tendenza da parte del governo italiano e di quelli europei, che stanno cercando di criminaliz­zare e fermare le Ong, compresa Msf, nelle loro attività di ricerca e soccorso nel Mediterran­eo. Dall’estate 2017 le autorità italiane, supportate dall’unione europea, hanno ostacolato sempre di più l’azione delle Ong nel salvare vite in mare: da un mal concepito Codice di condotta, a investigaz­ioni giudiziari­e strumental­izzate dalla politica, che hanno alimentato il sospetto verso le Ong e colpito la loro capacità di continuare il proprio lavoro. Con il recente sequestro della Open Arms in Sicilia, la nave Aquarius, gestita in collaboraz­ione da Sos Mediterran­ee e Msf, è oggi l’unica nave di ricerca e soccorso rimasta in mare”. L’appello finale di De Filippi chiama ulteriorme­nte in causa i governi europei: “Per nessun motivo rifugiati e migranti dovrebbero essere rimandati o intrappola­ti in Libia. E’ chiaro che i governi europei non stanno dando la giusta priorità alla sicurezza di queste persone. Al contrario, continuano a giocare sporco con le loro politiche, a cui le vite delle persone restano appese”. ▶

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Impegni traditi Al 15 ottobre 2017 il costo sostenuto dall’italia per mancate ricollocaz­ioni di migranti negli altri stati europei ammonta a non meno di 762,5 milioni

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