Trovato il “punto X” Primo step in Pieve sul mistero di Vasari
Combacia perfettamente quanto scritto nel documento storico del 1865 sulle sepolture. Sarà ascoltato chi lavorò alla pavimentazione 60 anni fa
▶ AREZZO - Il sopralluogo in Pieve conferma che le misure tramandate dall'arciprete Ristori sull'esatta collocazione della tomba di Giorgio Vasari tornano al millimetro. Prosegue il progetto con il quale la Fraternita dei Laici su interessamento del primo rettore Pier Luigi Rossi, intende verificare l'esistenza di una cassa di castagno contenente le ossa di Giorgio Vasari. Martedì scorso, di sera, l'équipe di esperti si è ritrovata tra le navate della Pieve di Santa Maria per individuare con esattezza il punto dove poter effettuare il forellino di 8 millimetri per inserire una sonda nel sottosuolo in modo da capire cosa sia custodito al di là del pavimento. "Il sopralluogo - conferma il primo rettore Pier Luigi Rossi - ci ha permesso di verificare che quanto scritto nel lontano 1865 dall'arciprete Gian Battista Ristori, corrisponde a verità". Metro alla mano sono state misurate le distanze dalla porta maggiore (13 metri) e dalla terza colonna (4 metri). La misurazione ha proiettato proprio sopra la lapide ben visibile sul pavimento. Resta da capire cosa sia tutt'oggi custodito sepolto nel sottosuolo. "È verosimile - commenta Pier Luigi Rossi - che se sono esatte le misure dettate dall'arciprete Ristori, sia altresì da ritenere più che attendibile la testimonianza lasciata con la quale l’arciprete di allora della nostra Pieve annotava la costruzione di una fossa all'interno della quale furono poste le casse con i resti di alcuni personaggi illustri tra cui Giorgio Vasari". La prima tappa delle ricerche avviata martedì sera ha quindi aperto l'iter ufficiale con il quale si cercherà di riportare alla luce la cassa con le ossa di Giorgio Vasari. Sepolte al centro della chiesa della Pieve assieme a Vasari anche le ossa di Lazzaro di Giovanni di Feo, dell'arciprete Simone Rondinelli, di Marco De Ghino, di Bartolomeo Scamici, del vescovo Bartolomeo Guelfi Camaiani e di don Francesco Casini. Attraverso una sonda si cercherà quindi di individuare le casse di legno per poi magari iniziare a scavare. Al sopralluogo oltre a Pier Luigi Rossi hanno partecipato anche il sindaco Alessandro Ghinelli e l’arciprete della Pieve, don Alvaro Bardelli; per la Soprintendenza ai beni culturali Paola Refice; Daniela Galoppi e per la Ceia - l'azienda aretina che farà calare la sonda - il titolare Giovanni Manneschi e l'ingegner Mauro Paci. "Il confronto - puntualizza Pier Luigi Rossi - si è aperto sulla localizzazione del punto dove perforare per non danneggiare la lapide del 1421 della tomba di Lazzaro di Feo Bracci, un grande mercante e rettore di Fraternita. È stato anche deciso di acquisire ulteriore documentazione (testimonianze e magari fotografie) da ricercare coinvolgendo la ditta che ha realizzato l'attuale pavimentazione intorno agli anni ‘60 del secolo scorso. Una testimonianza in più e diretta di chi può aver visto qualcosa sotto al pavimento e può suggerire da dove iniziare la perlustrazione”. L'aggiornamento per un nuovo sopralluogo è per domani. ▶