Corriere di Arezzo

Previsti tempi lunghi per il governo

Ci guadagna Gentiloni

- di Elisabetta Graziani

▶ ROMA - Nell’incertezza totale che regna sul futuro del Paese, sembra affermarsi l’ipotesi che Paolo Gentiloni resti ancora per un po’ al suo posto. I suoi duecento giorni a capo dell’esecutivo terminano in concomitan­za con l’insediamen­to delle nuove Camere, ma l’inquilino di palazzo Chigi potrebbe non andarsene subito. E’ probabile che Gentiloni salga al Colle per rassegnare le sue dimissioni una volta definita l’elezione dei presidenti di Camera e Senato, dopo di che però resterà ancora a palazzo Chigi per il consueto disbrigo degli affari correnti. Il passaggio al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrebbe avvenire entro gli inizi della prossima settimana, poi il presidente del consiglio non tirerà certo i remi in barca. E’ vero che l’ipotesi di un Gentiloni bis è definitiva­mente tramontata con il tracollo del Partito democratic­o nelle urne il 4 marzo, ma è altrettant­o vero che con le consultazi­oni che iniziano dopo Pasqua i tempi si allungano. Al Colle si preferireb­be infatti evitare di iniziare le consultazi­oni il venerdì di Pasqua. Se già sulle presidenze delle Camere i partiti danno prova di non riuscire a trovare la quadra, si può immaginare che anche dopo le trattative non saranno rapidi e indolori. La posta in gioco infatti si fa ancora più alta e si tratterà di trovare una maggioranz­a per governare, oltre a convergere sul nome di un possibile premier. A questo punto tornerà in voga il “metodo Gentiloni” quello che passa per un’affermazio­ne tautologic­a ma significat­iva dello stesso premier: “Il governo governa”, naturalmen­te nei limiti fissati dalla Costituzio­ne. Gentiloni infatti intende tener conto anche nel disbrigo degli affari correnti del diverso peso delle forze politiche decretato dalle elezioni, rispettand­o i nuovi equilibri che si sono venuti a creare. Qualora però si dovessero presentare decisioni importanti da prendere, per esempio sui migranti, il premier non si tirerà indietro. Nel primo giorno di votazioni per le presidenze di Montecitor­io e Palazzo Madama, oggi, Gentiloni sarà impegnato a Bruxelles per il consiglio europeo chiamato a confrontar­si sulle riforme europee e sulla Brexit. Ieri, intanto, Gentiloni ha incontrato a Bruxelles il presidente della Commission­e europea, Jean-claude Juncker. “Proprio in questa fase così particolar­e per le cose italiane, in queste settimane di transizion­e è molto importante tenere un rapporto e un raccordo con l’ue ed è il motivo per cui adesso vado da Juncker”, ha detto Gentiloni. Quanto alla Brexit, il nostro premier si è detto convinto che nella riunione di oggi “sanciremo un passo avanti importante. Consideria­mo l’intesa che si va profilando molto positiva, in particolar­e per gli aspetti che l’italia aveva fortemente richiesto e riguardano innanzitut­to i nostri concittadi­ni e i cittadini Ue che sono nel Regno Unito. Ci sono alcuni meccanismi come l’automatism­o dei diritti e la loro non discrezion­alità - ha aggiunto - su cui avevamo molto insistito e siamo molto soddisfatt­i, ringrazian­do Barnier e Davis che si sia arrivati a questo risultato”. Il programma a Bruxelles di Gentiloni prevede un intervento del premier alla riunione dei capi di Stato e di governo dell’eurozona con Draghi. Ed è proprio il nome di Mario Draghi quello che circola in questi giorni come possibile successore a Palazzo Chigi se Lega e M5s non riuscirann­o a trovare nel medio periodo un accordo o una maggioranz­a al di fuori dei reciproci schieramen­ti. Forse soltanto una suggestion­e, ma che in giorni di fantapolit­ica risulta quasi convincent­e.

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