Corriere di Arezzo

Morto schiacciat­o nel cantiere, nove condanne

Norme di sicurezza non rispettate nei lavori al nuovo centro affari: un anno e quattro mesi a profession­isti e impresari

- di Luca Serafini

▶ AREZZO

La sentenza arriva dopo un percorso giudiziari­o lungo e tortuoso. Tutti condannati per la morte di Vincenzo Spiniello, il carpentier­e campano di 59 anni morto sul lavoro nove anni fa nel cantiere del nuovo Centro affari. Schiacciat­o sotto un enorme blocco di cemento. I nove imputati sono stati riconosciu­ti colpevoli del reato di omicidio colposo. La pena stabilita dal giudice Fabio Lombardo è identica nonostante i diversi ruoli ricoperti dagli imputati: un anno e 4 mesi con la condiziona­le. La terribile morte dell’operaio, dunque, non è da ascrivere a una fatalità o a un’imprudenza, ma a precise responsabi­lità.

▶ AREZZO - La giustizia spesso è lumaca, ma può arrivare in fondo. Tutti condannati per la morte di Vincenzo Spiniello, il carpentier­e campano di 59 anni morto sul lavoro nove anni fa nel cantiere del nuovo Centro affari. Schiacciat­o sotto un enorme blocco di cemento. La sentenza arriva dopo un percorso giudiziari­o lungo e tortuoso. I nove imputati sono stati riconosciu­ti colpevoli del reato di omicidio colposo. La pena stabilita dal giudice Fabio Lombardo è identica nonostante i diversi ruoli ricoperti dagli imputati: un anno e 4 mesi con la condiziona­le. La terribile morte dell’operaio, dunque, non è da ascrivere a una fatalità o a un’imprudenza, ma a precise responsabi­lità. Omissioni e negligenze. La condanna in primo grado riguarda i datori di lavoro Sandro ed Elio Miniscalco, la cui ditta operava in sub-subappalto al cantiere di Arezzo Fiere e Congressi; Massimo Peresso, Federico Fernicola e Maurizio Filipponi, rappresent­ante e responsabi­li dell’impresa appaltante, la Claudio Salini; Clotilde e Livio De Santis, della ditta subappalta­nte; gli ingegneri Piero Bracciali e Alessandro Fei, profession­isti aretini, direttore dei lavori e coordinato­re della sicurezza. Il pm Luigi Niccacci aveva sostenuto che tutti, ognuno per la propria competenza, ebbero colpa per ciò che accadde in quel caldissimo 30 luglio 2009. L’esperto operaio - residente nel Casertano, sposato e padre - era sotto un plinto del vecchio edificio, poco stabile e molto pericoloso. Il blocco di calcestruz­zo crollò e lo schiacciò. L’inchiesta ha evidenziat­o deficit di sicurezza, normative non rispettate e mancanze varie, concludend­o che l’operaio fu esposto incautamen­te al pericolo. Il pm aveva indicato pene diverse per i nove imputati. Per le difese la tragedia nel cantiere fu un evento imprevedib­ile. E il carpentier­e non doveva stare in quel punto. C’è stato anche chi ha sostenuto che Spiniello si stava riparando dal sole all’ombra di quella specie di grotta. Il pm ha escluso categorica­mente questo scenario ed è stato anche duro quando ha parlato di catena di omertà da parte dei colleghi nel luogo di lavoro. Loro non hanno parlato, ma a parlare sono stati gli arnesi, il casco e gli oggetti per armare la parete trovati accanto al corpo. L’uomo era intento nella sua mansione di carpentier­e. Ora si attendono le motivazion­i della sentenza. A difendere i profession­isti aretini erano gli avvocati Piero Melani Graverini e Mauro Petrucciol­i, gli altri erano difesi dagli avvocati Tiberio Baroni, Arturo Messere, Mario Gerace e Angela De Rosa. La famiglia della vittima non si era costituita parte civile: è stata risarcita prima del processo. ▶

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La vittima, Vincenzo Spiniello, aveva 59 anni. L’incidente mortale sul lavoro avvenne nel luglio 2009
Tragedia in via Spallanzan­i La vittima, Vincenzo Spiniello, aveva 59 anni. L’incidente mortale sul lavoro avvenne nel luglio 2009

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