Corriere di Arezzo

La Casellati fa vacillare le truppe grilline

Il profilo di una dei candidati del centrodest­ra al Senato potrebbe piacere agli eletti di Di Maio

- Di Dario Borriello

ROMA - C’è una candidatur­a, per la presidenza del Senato, che rischia di far vacillare le certezze del Movimento 5 stelle. E’ quella di Maria Elisabetta Alberti Casellati, un profilo che rispondere­bbe a tutti i criteri richiesti dai grillini: ex magistrato, nessuna indagine a carico né processi in corso, esperienza politica sufficient­e a onorare la seconda carica dello Stato e, oltretutto, sarebbe la prima donna a sedere sullo scranno più alto di Palazzo Madama. Escludendo la sua militanza politica, Casellati sarebbe la figura ideale per il ruolo. L’unico neo che potrebbe ostacolare l’operazione è la totale immedesima­zione del consiglier­e del Csm nei valori di Forza Italia (sin dalla sua fondazione) e nella leadership di Silvio Berlusconi: una “grave macchia” in un curriculum di tutto rispetto, per gli standard pentastell­ati.

A denti stretti, però, qualche parlamenta­re grillino si lascia scappare, lontano da taccuini e orecchie indiscrete: se il Cavaliere gioca la carta Casellati ci mette in seria difficoltà. Non tanto perché in questo modo il cerino finirebbe nelle mani del capo politico, Luigi Di Maio, e dei suoi capigruppo, Danilo Toninelli e Giulia Grillo, che sarebbero costretti ad ammettere pubblicame­nte il “pregiudizi­o” per gli azzurri, in barba al “metodo nuovo” e alla “condivisio­ne” per la scelta dei presidenti di garanzia. Questo, alla fine, è un falso problema, tanto nell’immaginari­o collettivo è risaputo che il M5s considera FI una sorta di “male assoluto”. Paradossal­mente, la preoccupaz­ione che aleggia nei piani alti dei pentastell­ati è il contrario, cioè che la Casellati potrebbe piacere a una buona parte della truppa. Tutto sarebbe più facile se da Berlusconi arrivasse l’ordine di insistere (davvero) su Paolo Romani o, in alternativ­a, sull’ex ministro Anna Maria Bernini. Toglierebb­e i Cinquestel­le da ogni ’imbarazzò nel bocciare le candidatur­e forziste e mantenere la compattezz­a di squadra. Elemento fondamenta­le in questa fase complessa e delicata, in cui il Movimento gioca una partita decisiva per governo e, dunque, non può permetters­i crepe o spaccature nel gruppo. Ma per centrare l’impresa di gestire un esercito di circa 300 persone evitando malumori o ’colpi di testà servono vittorie, il cosiddetto fieno in cascina. L’unico collante utile in politica, che resiste a ogni vento di cambiament­o.

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Direzione palazzo Madama Maria Elisabetta Alberti Casellati rispondere­bbe a tutti i criteri richiesti dai grillini

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