Corriere di Arezzo

“Spreco zero” a San Zeno Tre giorni a lezione sul trattament­o dei rifiuti

Si apre oggi al Polo impiantist­ico dell’aisa una iniziativa didattica e sperimenta­le sul recupero di materia e di energia

- Di Romano Salvi

▶ AREZZO - Tra concerti, scuole di cucina, coltivazio­ni sperimenta­li, didattica ambientale, il binomio San Zeno-incenerito­re rischia ogni giorno di sparire dalla cartina geografica del territorio e dal vocabolari­o aretino. Non che a San Zeno sia arrivata la bacchetta magica per far sparire, tra raccolta indifferen­ziata, frazione organica, sfalci e potature le 220 tonnellate di rifiuti che la fila di autocompat­tatori deposita ogni giorno nell’area del vecchio incenerito­re. Ma non è per caso che il Ministero dell’ambiente ha riconosciu­to a San Zeno il diritto di fregiarsi della qualifica R1 riservata ai primi venti poli impiantist­ici strategici d’italia: e per Giacomo Cherici, presidente di Aisa Impianti, nel giorno in cui parte il week end dedicato ancora una volta a “Spreco Zero” la campagna che a San Zeno richiama trecento studenti, interessat­i ai corsi di biomedicin­a, ricette di cucina, ambiente, per non parlare di elettronic­a e meccanica, è gioco facile cancellare dal vocabolari­o dei rifiuti aretini la parola incenerito­re. “E’ ormai tempo - dice di rimarcare la differenza tra incenerito­re e il polo impiantist­ico d’avanguardi­a che seleziona e tratta i rifiuti, relegando ad un ruolo secondario la fase di incenerime­nto rispetto a quella del recupero di materia, e di produzione di energia e calore”. E’ semmai singolare il fatto che non tengano il passo di San Zeno, gli altri impianti dell’area toscana più vicina. “L’esaurirsi delle discariche e la mancata realizzazi­one dell’impianto fiorentino - dice Cherici- avranno come conseguenz­a l’esportazio­ne di rifiuti con costi ambientali, ma anche con pesanti riflessi economici e di trasparenz­a sui trasporti dei rifiuti”. E non è detto che tutto si possa risolvere con le quote di raccolta differenzi­ata, visto che gli scarti della sua lavorazion­e, due milioni e mezzo di tonnellate, in Italia superano la quantità complessiv­a dei rifiuti solidi urbani dell’intera Toscana. Energia e recupero della materia le ragioni di un impianto tecnologic­o tanto più efficiente quanto più al centro del bacino di raccolta dei rifiuti. E tanto più all’insegna di “Spreco zero”. “Basta pensare - dice Cherici - alla frazione organica, ovvero il 35 per cento dei rifiuti. Per dedurre che tra Arezzo, Valdichian­a e Casentino si possono recuperare da 28 a 35mila tonnellate di organico da trasformar­e in compost. Senza contare che una tonnellata di organico contiene 36 kilogrammi di biogas, due pieni di un’auto di media cilindrata”. La tre giorni di “Spreco zero” comincia oggi a San Zeno con 300 studenti a lezione di chimica, elettronic­a, normativa ambientale, meccanica e ingegneria. E sotto la guida di Chef Shady diciotto squadre di studenti in gara di cucina con gli avanzi. Di seguito il corso per profession­isti su nutrizione, biomedicin­a, sport, mobilità alternativ­a. Domani, impianto aperto al pubblico, domenica la Camminata della Valdichian­a, gara podistica per profession­isti e dilettanti. Un programma che incenerisc­e anche quel che resta dell’incenerito­re. ▶

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Il presidente Giacomo Cherici: “Superata la logica dell’incenerime­nto”
L’impianto di San Zeno In basso il presidente di Aisa Impianti Giacomo Cherici Il presidente Giacomo Cherici: “Superata la logica dell’incenerime­nto”
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