Corriere di Arezzo

Asta ed esame passivo Ognuno per la sua strada

- Framu

▶ AREZZO

C’è una domanda che in questi giorni ricorre spesso. Nella sentenza di una settimana fa si legge: “l’esame dello stato passivo deve avere luogo il giorno 3 luglio alle ore 11.30 presso l’aula delle udienze civili del tribunale di Arezzo”. Che cosa significa? L’asta deve avvenire dopo? Lo stato passivo, che a Vicenza è stato discusso il 20 di marzo, inficia sull’asta per il titolo sportivo? “Assolutame­nte no - risponde l’avvocato Giovanni Gatteschi - Lo stato passivo è l’esame di tutti i creditori, mentre l’asta è la vendita del titolo sportivo”. L’una, quindi, non dipende dall’altra. L’asta può avvenire prima, ma anche dopo lo stato passivo. “Dipende dal percorso che seguono i due curatori - sottolinea Giovanni Grazzini, presidente dell’ordine dei commercial­isti - Non è una situazione semplice quella dell’arezzo, perché qua non si parla di un’azienda qualsiasi, ma di un’azienda calcio che deve seguire anche le regole Figc”. “Per quanto riguarda l’asta prosegue Grazzini - ci sono dei tempi da rispettare e anche il modo di come agire. Prima però i due curatori faranno un piano”.

I curatori effettuano la liquidazio­ne dell’attivo secondo il programma di liquidazio­ne. Un programma che gli avvocati Vincenzo Ioffredi e Lucio Francario, stanno stendendo in questi giorni. L’asta dunque seguirà il suo percorso e le sue scadenze. Il campionato, play out permettend­o, finirà il prossimo 6 maggio. L’asta potrà essere fatta a giugno, così come dopo il tre di luglio. Certo che se arrivasse dopo sarebbe un grattacapo non da poco per chi prenderà la società. A luglio ricomincia la stagione. E ci sono da scegliere i giocatori, l’allenatore e programmar­e il prossimo campionato. Sarebbe meglio se l’asta ci fosse nel mese di giugno, così da permettere a chi prenderà la società di cominciare ad organizzar­e. E’ chiaro che il titolo sportivo incide sulla gara. L’arezzo deve fare il possibile e l’impossibil­e per salvarsi sul campo e mantenere la serie C. Che succedereb­be se così non fosse e la società si ritrovasse in serie D. Chi prenderebb­e l’arezzo? Facciamo i debiti scongiuri. Ieri ci sono stati i controlli della deloitte. Sono stati controllat­i i pagamenti dello scorso 16 marzo e tutto è andato per il meglio. Nel frattempo continuano le iniziative (leggi pezzi a sinistra in basso) per aiutare la società amaranto a proseguire l’esercizio provvisori­o. Il curatore Ioffredi è stato chiaro. “L’esercizio provvisori­o va avanti se ci sono le condizioni”. Cioè se ci sono i soldi. Servono circa 600-700mila euro per arrivare in fondo, pagare gli stipendi e chiudere il campionato. Quindi ben vengano iniziative di ogni genere. Cene, lotterie, eventi, vendite di tessere. L’arezzo ha due obiettivi: salvarsi sul campo e salvare la società. Poi arriverà il momento dell’asta. ▶

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Grazzini Giovanni Grazzini presidente dell’ordine dei commercial­isti di Arezzo

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