Cantarelli, rispunta Rinaldi
Finanziaria anticipa soldi per stipendi. Offerte, conto alla rovescia per il 9 aprile
▶ CORTONA - Torna a volteggiare il nome dello stilista Emiliano Rinaldi intorno alle sorti della Cantarelli. In fabbrica molti auspicano un suo ritorno di fiamma, dopo che per lunghi mesi sembrava sul punto di diventare il nuovo timoniere. Aretino, benvoluto, figlio dell’imprenditore titolare di Saima, fu indicato alla guida della newco cassata dal tribunale. Ha manifestato interesse per rilevare l’attività, senza però presentare una vera offerta di acquisto. Ora che il Ministero ha rilanciato il quarto bando (scadenza il 9 aprile a mezzogiorno) qualcuno spera in una discesa in campo. “Ho lasciato un pezzo di cuore in Cantarelli”, le uniche parole dello stilista e ingegnere, che dentro alla fabbrica di Terontola si è visto più volte in passato tra le macchine delle operaie e gli uffici degli impiegati. Carico di idee e di entusiasmo, senza che però fiorisse nulla di concreto. Non aggiunge altro, Rinaldi. Ma l’ipotesi di un’alleanza da stringere con Men’s Fashion Group, la società dei bulgari e di Antongiulio Pacenti, potrebbe non dispiacergli. Una partnership che può giovare a entrambe e le parti e anche al destino di Cantarelli. Da un lato gli autori dell’unica offerta in campo, stoppata a Roma per l’ennesima volta, potrebbero irrobustirsi con una figura italiana e con risorse del territorio. Dall’altra Rinaldi (che tentò l’unione con la Sartoria Toscana di Rigutino) potrebbe trovare un alleato robusto e determinato per portare a compimento l’operazione. Vedremo se ci sono i presupposti per l’intesa a tre: Pacenti-yordanov-rinaldi. Il Ministero non ha affatto chiuso il dialogo con Men’s Fashion che resta il possibile acquirente qualora la nuova asta dovesse andare deserta. La situazione fluida consente ancora, in extremis, di azzardare manovre. Garanzie, serietà, referenze, soldi, posti di lavoro, piano industriale: questi i parametri su cui si deciderà. Il 12 aprile poi il tribunale fallimentare di Arezzo dovrà decidere se tenere accesa l’amministrazione straordinaria oppure se pigiare il bottone “off”. Ieri in assemblea a Terontola serrato confronto tra maestranze e organizzazioni sindacali sul delicato momento. Tiene banco anche la questione degli stipendi, in forse perché l’azienda ha spremuto le casse: soldi versati per i tessuti e per il prossimo Pitti. Pare si siano sbloccati 700mila euro da una finanziaria, come anticipo sugli incassi della prossima stagione (6000 capi da realizzare). Ossigeno. Intanto oggi ultimo giorno di lavoro. La fabbrica in teoria riapre a maggio. ▶