Amazon paga in Borsa l’attacco di Trump
Tweet al veleno del presidente Usa contro la società di Jeff Bezos, editore del tutt’altro che amico Washington Post
WASHINGTON - Arriva via Twitter nel primo pomeriggio italiano, con la Borsa di Wall Street ancora chiusa, la nuova bordata lanciata da Donald Trump all’indirizzo di Amazon, società alla quale il presidente statunitense ha già in passato dedicato le sue attenzioni. “A differenza di altri, pagano poche o nessuna tassa alle amministrazioni statali e locali, usano il nostro sistema postale come se fosse il loro ragazzo delle consegne (causando tremende perdite agli Usa), e stanno spingendo fuori dal mercato molte migliaia di venditori al dettaglio!”, si legge nel cinguettio pomeridiano dell’inquilino della Casa Bianca, che ricorda di aver espresso le proprie “preoccupazioni riguardo ad Amazon” già prima delle elezioni.
La stoccata era nell’aria: ad anticiparla era stato mercoledì il sito di news americano Axios, specializzato in retroscena. La testata online ha infatti riportato le parole di una fonte - che avrebbe parlato con Trump in persona - per cui il presidente “si sta chiedendo se c’è un modo di perseguire Amazon attraverso l’antitrust o la normativa sulla concorrenza”.
Non è la prima volta che Trump si scaglia contro l’azienda di Jeff Bezos, proprietario anche del Washington Post, testata che ha effettuato un minuzioso lavoro giornalistico passando al vaglio la vita del 45esimo presidente degli Stati Uniti attraverso il progetto di ricerca “Trump revealed”. L’iniziativa ha portato alle stampe per la prima volta nel 2016 l’omonimo volume, firmato da Michael Kranish e Marc Fisher, il cui sottotitolo recita eloquentemente “Un viaggio americano di ambizione, ego, denaro e potere”.
La bordata di ieri, va detto, ha sortito un effetto immediato, ben visibile nel rosso con cui il titolo Amazon ha aperto gli scambi in Borsa. Un calo del 3% che contrastava con l’avvio in moderato progresso del Nyse Fang - l’indice che monitora l’andamento dei principali titoli del digitale -, che ha invece iniziato la seduta in positivo dopo giornate difficili. Uno shock solo in parte riassorbito col passare delle ore, visto che intorno alle 18,30 ora italiana il titolo perdeva ancora circa un punto percentuale. A salire, intanto, sono le quotazioni dello stesso Trump: Le opinioni favorevoli sul suo conto sono passate dal 35% al 42% da febbraio a marzo, secondo il sondaggio mensile realizzato per Cnn e uno studio Apnorc center per Public affairs research. In teme di economia, il 48% degli americani approva il suo operato, mentre il 45% lo critica.