Corriere di Arezzo

“Il turborenzi­smo è pericoloso abbiamo bisogno di dialogo”

Cesare Damiano si schiera con Franceschi­ni e Orlando contro l’ex premier e il reggente

- Di Elisabetta Graziani

▶ ROMA - A pochi giorni dalle consultazi­oni al Colle, il Partito democratic­o si spacca tra chi apre al dialogo con il Movimento 5 stelle come i ministri Andrea Orlando e, in diverso modo, Dario Franceschi­ni - e chi come il capogruppo renziano Andrea Marcucci dice “mai con i Cinquestel­le”. La tregua interna portata da Maurizio Martina sembra vacillare proprio sul ruolo che il partito dovrà avere nella formazione del prossimo esecutivo. Sullo sfondo, il fantasma di Matteo Renzi che sembra essere il vero destinatar­io di una nuova lotta intestina. Il segretario reggente avverte: “Stop dibattiti sterili”. L’ex ministro del Lavoro nel governo Prodi ed esponente Pd Cesare Damiano ne parla con Lapresse.

- Onorevole, cosa sta succedendo nel Pd?

“Dopo una sconfitta storica si verifica per fortuna una dialettica interna che non ripercorre gli schemi congressua­li, ma si basa sui contenuti. C’è una convergenz­a tra Franceschi­ni e Orlando su un tema che vede da un lato l’arrocco (l’opposizion­e senza se e senza ma - ndr.) e dall’altro un confronto che non escluda il Pd dalle scelte di governo e dal dibattito politico. Ci sono, nel Pd, differenze sottili, tutte le sfumature dell’arcobaleno Per semplifica­re, c’è chi spinge per l’opposizion­e dura e pura come i renziani, chi è per l’opposizion­e ma non per l’aventino come Maurizio Martina e chi è per il dialogo, come gli orlandiani, i franceschi­niani e me”.

- Sembrano posizioni simili, quale è inconcilia­bile con le altre?

“Il turborenzi­smo non può sovrappors­i ad alcuna delle altre due. E può rappresent­are il pericolo mag- giore. Ritengo ci siano due strade: o un governo dei vincitori, Lega e M5s, cosa che a differenza dei renziani non mi auguro, oppure un governo del presidente, con tutti, che cominci a discutere di contenuti: dal Def alla clausola di salvaguard­ia che fa scattare l’iva, fino alla traduzione nei fatti delle promesse di Salvini e Di Maio sui temi sociali, come le pensioni e il reddito di cittadinan­za. Starei molto attento alle mosse del Colle, a un eventuale richiamo alla responsabi­lità”.

- E’ d’accordo con chi come il ministro Dario Franceschi­ni chiede che i gruppi parlamenta­ri siano convocati prima delle consultazi­oni di mercoledì e giovedì al Quirinale?

“C’è chi ha chiesto una discussion­e prima di salire al Colle e chi dice che non c’è niente di cui discutere. Sono posizioni tattiche”.

- Renzi controlla ancora il Pd?

“Ha costruito i gruppi a sua immagine quindi ha sicurament­e la maggioranz­a parlamenta­re ed è in grado di esercitare un’influenza. Le minoranze sono passate da 120 fra deputati e senatori a 12, come gli apostoli”.

Cosa dobbiamo aspettarci in casa Dem?

“Ci sarà un’assemblea che io mi auguro dia a Maurizio Martina il compito di portare il partito al congresso in qualità di segretario”. ▶

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Ex ministro Cesare Damiano è stato responsabi­le del dicastero del Lavoro nel governo guidato da Romano Prodi

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