Corriere di Arezzo

Cav e Salvini, le strade si dividono

Orizzonti diversi

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ROMA

Si riaffaccia tra le forze politiche l’ipotesi di voto anticipato, nel caso persista lo stallo attuale e i partiti non riescano formare la maggioranz­a parlamenta­re auspicata dal capo dello Stato Sergio Mattarella, dopo il primo giro di consultazi­oni al Colle. L’unica finestra possibile, se si verificass­e questa eventualit­à, sarebbe tornare alle urne in ottobre. Esclusa invece la finestra di giugno, che comportere­bbe lo scioglimen­to delle Camere entro la prima settimana di maggio. Quest’ultima ipotesi è la meno probabile anche perché avrebbe un effetto domino su altre scadenze importanti. Tra queste ricordiamo il Def che dovrebbe essere presentato entro il 10 aprile ma che potrebbe slittare di 2-3 settimane, ipotesi al momento al vaglio di palazzo Chigi. E il Consiglio europeo del 28 e 29 giugno in cui Angela Merkel ed Emmanuel Macron lanceranno le loro proposte per “salvare” l’europa. Non sembrerebb­e dunque questo il periodo più adatto per riportare gli italiani alle urne, eventualit­à che neppure i diversi gruppi politici caldeggian­o perché significhe­rebbe rimettere in moto la complessa macchina della formazione delle liste.

Il Presidente della Repubblica al momento lavora perché si formi un governo e la pausa richiesta fino alla prossima settimana va proprio in questo senso: la possibilit­à concessa alle forze politiche di avere più tempo per trovare un’intesa e “valutare convergenz­e programmat­iche”.

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Di nuovo alle urne Ipotesi che torna in campo in caso di stallo tra i partiti e impossibil­ità di formare un governo

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