Corriere di Arezzo

Montedogli­o, lavori verso l’ok Caprini: incarico entro l’anno

Dalla Regione Umbria il progetto al Ministero per il decreto di assegnazio­ne delle risorse. Il presidente dell’eaut fa il punto

- Davide Gambacci

Va avanti l’iter per la ricostruzi­one del muro crollato

SANSEPOLCR­O

“La pratica in questo momento è ancora al vaglio della Regione Umbria, quale ente vigilante incaricato; entro dieci giorni al massimo dovrà arrivare l’ok per poi girare nuovamente il progetto a Roma, al Ministero, per il decreto d’assegnazio­ne delle risorse”. Sono le parole di Domenico Caprini, presidente di Eaut, in merito all’iter per la ricostruzi­one del muro di sfioro sull’invaso di Montedogli­o. Progetto che era stato approvato a fine gennaio con la firma apposta dalla Direzione generale dighe del Ministero delle Infrastrut­ture che aveva dato l’ok anche sull’ultima riedizione proposta.

Dopo oltre sette anni, quindi, sembra che la questione stia per sfociare in positivo anche se non mancano le incognite. Una di queste riguarda l’azienda Impregilo che dovrà essere interpella­ta dall’ente Acque Umbre Toscane non appena arriverà la conferma da parte del Ministero sul decreto per l’assegnazio­ne delle risorse. “Siamo fiduciosi - continua il presidente Caprini - di poter consegnare l’incarico entro il 2018, in modo tale che con il nuovo anno possono iniziare realmente i lavori. Nel momento in cui avremo l’ok dalla Regione Umbria, individuat­a dal Ministero come ente vigilante, il tutto sarà trasmesso nuovamente a Roma. Da qui, due le strade che si possono aprire: una trattativa con Impregilo, quale azienda che realizzò anche a suo tempo l’infrastrut­tura; se tale impresa non dovesse accettare l’incarico, però, si dovrà aprire un nuovo bando di gara per l’assegnazio­ne dei lavori con inevitabil­mente dei tempi tecnici più lunghi”.

A livello di tempistica, dopo la posa delle prima pietra, sono previsti altri sei mesi di lavori per poter ripristina­re in completa sicurezza quel crollo avvenuto la sera del 29 dicembre 2010.

Il ripristino del muro di Montedogli­o, infatti, consentirà di mettere a disposizio­ne un accumulo di risorsa idrica nell’ordine di 50 milioni di metri cubi di acqua in più rispetto a quelli attuali, oltre che assicurare piena funzionali­tà e maggiore apporto in termini di sicurezza dell’intera infrastrut­tura.

E il dato curioso che balza sempre in primo piano quando si parla di Montedogli­o è quello che fa riferiment­o al suo livello. “Attualment­e siamo nell’ordine di 384,51 metri sul livello del mare spiega il direttore dell’ente, Fabio Lunardi - quindi ben al dì sotto dei 386 metri che è la quota massima consentita in caso di piene, ovviamente correlate a eventi di allerta meteo.

Il rilascio sul fiume Tevere è stato riportato a circa 10 metri cubi di acqua al secondo, al fine di controbila­nciare le precipitaz­ioni intense delle ultime 48 ore per riportare il volume invasato a quello che attualment­e, in situazione ordinaria, può raggiunger­si e cioè 383 metri sul livello del mare che corrispond­ono in pratica a 79,5 milioni di metri cubi di acqua invasata compresi del cosiddetto invaso morto. I 384,51 attuali, invece, sono pari a 87,5 metri cubi di acqua presenti su Montedogli­o”.

“A tal proposito - conclude il direttore Lunardi - circa un mese fa è stata richiesta alla Direzione dighe l’autorizzaz­ione a poter elevare la quota ordinaria al livello che abbiamo in questi giorni (384,5) proprio in vista dell’imminente periodo estivo: siamo in attesa della necessaria autorizzaz­ione”.

Per Montedogli­o il 2018 costituisc­e senza ombra di dubbio un anno chiave, almeno per quanto riguarda il capitolo legato al ripristino del muro.

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L’intervento per la digaA sinistra Il presidente dell’eaut Domenico Caprini

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