Corriere di Arezzo

La strage di Civitella vista con gli occhi di “Renzino”

Domani sera in scena al Teatro Moderno “El mi cittino” che rappresent­a il punto di vista di Edoardo Succhielli

- Sara Polvani

CIVITELLA

In scena domani, alle 21.15, presso il Teatro Moderno di Tegoleto “El mi cittino”, di Andrea Ferri e Matteo Malfetti, spettacolo teatrale già rappresent­ato in prima nazionale a Roma. Due ragazzi raccontano attraverso la narrazione di Malfetti la storia dell’eccidio di Civitella dal punto di vista di Edoardo Succhielli, “Renzino”, giovane comandante delle forze partigiane che operavano in loco ed al quale per settant’anni è stata attribuita la responsabi­lità di quella strage. Questa storia passa attraverso la sparatoria del dopolavoro, errore secondo alcuni e dovere secondo altri, arriva alla battaglia di Montaltuzz­o ed infine alla strage avvenuta a Civitella e nei paesi limitrofi. La fonte della rappresent­azione teatrale è proprio Edoardo Succhielli, scomparso lo scorso gennaio. Fanno parte dell’allestimen­to dei contributi audio registrati in occasione di una delle interviste che Succhielli concesse per dare la possibilit­à di raccontare quei tragici fatti. È questo un racconto che parla di giovani persone, dove non ci sono né eroi né vincitori. Un racconto in cui l’errore umano di valutazion­e, di inesperien­za, di presunzion­e rende i protagonis­ti vicini a chi ascolta: questi ragazzi vengono infatti messi nella condizione di dover affrontare una battaglia per sé e per gli altri esponendos­i primo fra tutti al rischio di sbagliare.

Attraverso un narratore grottesco, un ritmo incalzante e una regia ridotta all’essenziale, lo spettatore viene portato all’interno del ricordo. Un testo prodotto da Agiteatro, nato dal lavoro attoriale e dal bisogno di raccontare per ricordare, custodire e imparare. Allo spettacolo seguirà l’intervento di Ida Balò, superstite alla strage di Civitella. “Darò lettura alla prefazione del libro scritta da Succhielli per la pubblicazi­one ‘La memoria riunita’ scritta da Santino Gallorini”, anticipa Ida Balò perché, afferma, “Le verità vengono deformate. La storia va raccontata bene, con tutte le contrappos­izioni che ci furono dopo. La resistenza è stata un grande valore ma laddove ci sono stati degli errori questi vanno detti”.

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Il ricordo Sopra Edoardo Succhielli nella foto accanto Ida Balò superstite della strage
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