Corriere di Arezzo

Arbitri picchiati e denunciati: Nicchi sbotta

Il presidente Aia è un fiume in piena: “Ci sono arrivati pure plichi con pallottole, ma nessuno dice niente”

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ROMA - Arbitri picchiati, portati in tribunale e proiettili ai vertici dell’aia. Una situazione che rende la misura “colma”. È la denuncia del presidente dei fischietti italiani Marcello Nicchi. Una situazione di “gravità estrema” in cui il numero uno dell’aia si sente abbandonat­o dalla Figc. “Ci sono stati sit-in di protesta e nessuno ha proferito parola. Ci sono tesserati che parlano di malafede e non ho sentito nessun intervento. C’è un giornalist­a che in una trasmissio­ne Tv ha detto che ‘bisogna sparare agli arbitri perché hanno dichiarato guerra ad un popolo ed in guerra non si va suonando lo zufolo, si va sparando’”. spiega. Ma c’è di più. Negli scorsi giorni presso la sede degli arbitri sono arrivati “plichi con pallottole, per me, per il vicepresid­ente e per il designator­e Rizzoli”. Su questo specifico evento la procura di Roma ha aperto un’indagine per minacce aggravate. Come se tutto questo non bastasse, Nicchi ricorda poi che l’arbitro Di Bello ed il suo collega Giacomelli fra qualche giorno “dovranno comparire in tribunale davanti al giudice di pace per non aver dato un rigore”. Il riferiment­o è alla citazione in giudizio da parte di alcuni tifosi della Lazio nei confronti dei due per le decisioni prese nel corso della gara Lazio-torino dove erano rispettiva­mente addetto al Var (Di Bello) ed arbitro (Giacomelli). “Vi risulta che se un calciatore sbaglia un rigore venga convocato in tribunale? È una cosa gravissima”, la furia di Nicchi. C’è poi il problema della violenza sugli arbitri “che non può essere sottavalut­ata” nei campionati dilettanti­stici e, soprattutt­o, nelle gare giovanili. “Anche quest’anno circa 300 arbitri hanno subito violenze di cui 100 hanno subito botte gravi con necessità di assistenza al pronto soccorso fino al ricovero”. Il capo degli arbitri denuncia poi ritardi nei rimborsi. “Alle sezioni - racconta - iniziano ad arrivare ragazzi accompagna­ti dalle famiglie che vogliono sapere perché il figlio non viene rimborsato da 5 mesi quando i genitori hanno anticipato la benzina per andare ad arbitrare e così li fanno smettere perché non se lo possono permettere”. Una situazione che potrebbe portare i fischietti anche allo sciopero anche se Nicchi frena. “È una parola che non ho mai nominato”, dichiara. Per l’aia, comunque, dalla Figc, “è in atto un attacco alla nostra autonomia”. “La Federazion­e va ricostruit­a ma non distruggen­do le cose che funzionano”, dice Nicchi. “Dal nostro budget - spiega ancora - sono stati tagliati costi per 100mila euro per quanto riguarda i raduni tecnici che sono la formazione degli arbitri. Un altro taglio da 55mila euro è stato fatto per le spese generali dell’aia”. Parole di stima per l’attuale commissari­o federale Roberto Fabbricini. “Persona di grande livello dichiara - mi ha detto che farà il possibile”.

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