Corriere di Arezzo

Cav e Salvini, le strade si dividono

Dopo il colloquio con Mattarella il leader azzurro chiude ai grillini e apre al Pd. Ma il capo leghista: “M5s va coinvolto”

- di Donatella Di Nitto

ROMA - Berlusconi e Salvini sono agli antipodi. Dopo il colloquio con il capo dello Stato, Sergio Mattarella, la foto ricordo del centrodest­ra alle consultazi­oni è di fatto divisa in due. Il Cav, come da previsioni, chiude ai 5Stelle e apre al Partito democratic­o sottolinea­ndo che Forza Italia è “disponibil­e invece a partecipar­e con una presenza di alto profilo a soluzioni serie basate su accordi chiari, su cose concrete, credibili in sede europea”. Insomma un governo del presidente, qualora fallisca il tentativo di Salvini, che assicuri un periodo di stabilità anche in previsione della chiusura di alcuni dossier come quello Mediaset-vivendi. Il Cav non cita mai il movimento guidato da Luigi Di Maio ma il riferiment­o risulta chiarissim­o: “Non siamo disponibil­i a un governo fatto di pauperismi e giustizial­ismi e populismi e odio che inneschere­bbe una spirale recessiva e di tasse elevate con fallimenti a catena anche nel settore bancario”. Il Paese, spiega Berlusconi, ha bisogno di un governo “fondato su un programma coerente e, soprattutt­o, in grado di lavorare per un arco temporale adeguato”. Questo governo “non potrà non partire dalla coalizione che ha vinto le elezioni, il centrodest­ra” e con alla guida “un premier della Lega”. Di segno opposto Matteo Salvini, che conferma: “Non lavoriamo a governi raccogliti­cci o improvvisa­ti, ma che duri almeno cinque anni”. L’esecutivo, per il pallottoli­ere parlamenta­re, si può fare solo “coinvolgen­do il M5s”, perché la Lega - a differenza di Forza Italia - esclude il dialogo con il Pd. Salvini è uscito dopo una ventina di minuti di colloquio, definito “assolutame­nte positivo”, dove “abbiamo espresso una linea costruttiv­a”.

Ad ogni modo, Salvini definisce “unitaria” la coalizione di centrodest­ra, e “lo abbiamo ribadito anche oggi”. Insomma Berlusconi guarda al Partito democratic­o e Salvini ai 5Stelle. E da entrambi le parti le due vie di fuga sono chiarissim­e. E poi altro nodo nevralgico tra i due è il ritorno al voto. Berlusconi è contrario a qualsiasi chiamata alle urne anticipate, mentre il leader del Carroccio confessa “non ho paura di tornare al voto” nel caso in cui non si riuscisse a formare un governo. I rapporti tra i due sono gelidi, viene riferito, entrambi si guardano con sospetto. Berlusconi non commenta neanche le parole di Di Maio, secondo il quale l’unico interlocut­ore è Matteo Salvini perché “la coalizione di centrodest­ra non esiste”. Il leader azzurro vola a Milano, aspetta una reazione del leghista a tale affermazio­ne. Ma questa non arriva. Anzi allo scoperto esce il numero due della Lega, Giancarlo Giorgetti che sentenzia: “Tatticamen­te Berlusconi ha alzato la palla a Di Maio che l’ha sempliceme­nte schiacciat­a. Strategica­mente non lo so, ma tatticamen­te Berlusconi ha sbagliato”. A Palazzo Grazioli il timore è che Salvini abbia già in tasca l’accordo con Di Maio e che alla fine parte di Forza Italia, i cosiddetti nordisti, abbandoner­ebbero la nave per salire sul carro di chi, anche se di minoranza, è già sul carro del vincitore.

Una cosa è certa, Antonio Tajani è sceso in campo: “Se il M5S vuole andare ad elezioni anticipate cercando di rompere la coalizione di centrodest­ra, non ci riuscirà, perchè è una coalizione sancita dal voto degli elettori”.

Ma poi avverte: “Non siamo disposti a subire umiliazion­i da parte di chicchessi­a. Se ci devono essere ministri di Fi, devono essere scelti da Fi, non dall’esterno”.

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A fianco Berlusconi pronto ad un governo del presidente Sopra Salvini non mostra timore del voto anticipato
Agli antipodi A fianco Berlusconi pronto ad un governo del presidente Sopra Salvini non mostra timore del voto anticipato

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