Subito liberi gli spacciatori
Rilasciati i tre stranieri incastrati da una difficile operazione di polizia davanti all’ex Standa
Subito liberi i tre spacciatori arrestati all’ex palazzo Standa nel corso del maxi blitz della polizia di giovedì pomeriggio. Un grande dispiegamento di forze per cingere d’assedio il luogo a ridosso del centro, dove ad ogni ora del giorno e della notte si vende droga: 150 le persone controllate e sicuramente un bel segnale nella direzione della lotta al degrado per riconquistare un pezzo di città in mano a balordi e pusher. Ma occorre insistere, perché il fenomeno è difficile da estirpare. Ieri in Questura tirate le somme dell’attività di polizia svolta anche con l’impiego di telecamere nascoste nelle giacche dei poliziotti, risultate preziose per ricostruire i movimenti degli spacciatori che nel fuggi fuggi generale hanno gettato via la sostanza stupefacente. Gli arresti dei tre giovani di colore sono stati convalidati, ma per tutti è scattata la semplice misura dell’obbligo di firma. Processo a maggio.
AREZZO - Sono già fuori, con gli obblighi di firma, i tre spacciatori arrestati alla ex Standa, il palazzo sotto assedio dei pusher. La stretta della Polizia di Stato e della Polizia Municipale, giovedì pomeriggio, sfociata nel sequestro di 53 grammi tra hashish, marjuana ed eroina, ha messo il dito nella piaga di una zona degradata ancora da riconquistare. Un'operazione congiunta studiata a tavolino dopo le infinite lamentele di chi vive e lavora in zona, stanco di convivere con lo spaccio e il consumo di sostanze stupefacenti. In azione gli uomini della Polizia di Stato in tutte le sue forze. Ben 15 pattuglie, 30 uomini in borghese e in divisa hanno fatto scattare la morsa. C'è stato un fuggi fuggi di pusher, che hanno anche tentato di disfarsi della droga. Per tre di loro, un marocchino di 21 anni, un nigeriano di 37 anni e un richiedente asilo proveniente dalla Guinea di 20 anni, sono scattate le manette. Ad inchiodarli
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nonostante il tentativo di disfarsi della droga anche, le telecamere installate nelle divise degli agenti. "L' azione di polizia - ha detto il questore Bruno Failla - è iniziata in modo silente. Poi sono arrivati i rinforzi con le pattuglie e gli uomini in divisa, giocando sull'effetto sorpresa. Abbiamo messo in campo gli agenti del reparto volanti della Questura, i colleghi della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica, il reparto prevenzione e crimine della Toscana con il personale specializzato nel controllo del territorio. Prezioso il contributo dell'ufficio immigrazioni della Questura di Arezzo. Il servizio è stato effettuato in modo integrato con la Polizia Municipale". Praticamente una task force impegnata no stop a dare il giro di vita allo spaccio in una zona calda cittadina, a ridosso della stazione ferroviaria e quotidianamente in mano agli spacciatori e agli assuntori. È li che qualche mese fa l'obiettivo del Corriere di Arezzo ha più volte messo a fuoco il pozzo di siringhe, gettate in fondo a una grata condominiale. Sono proprio quelle le gallerie dove tra le pareti e sul pavimento si sono allungate le macchie di sangue seminate da chi si inietta in vena sostanza stupefacente. Una quotidianità che già ieri ha ripreso il suo tran tran e per la quale gli aretini chiedono un costante monitoraggio e energie oltre che frequenti azioni di polizia. Il Questore ieri in conferenza stampa ha puntualizzato: "Il mio slogan è colpire subito, perchè prevenire è meglio di intervenire. In questo ambito ho sempre parlato di servizi di controllo e di polizia finalizzati. Credo meno alle logiche di presidio o di pattugliamento. Servono attività di indagine e di informazione per poi passare all' azione con attività di polizia. Siamo sempre pronti ad ascoltare le segnalazioni dei cittadini per poi intervenire”. Il bilancio della stretta sul palazzo ex Standa in un'ora di lavoro in un tranquillo pomeriggio di un giovedì qualunque, ha numeri rilevanti: 150 persone controllate di cui 35 extracomunitari molti dei quali richiedenti asilo; 15 pattuglie impiegate; 53 grammi di droga sequestrata. Dosi scovate tra cestini o a terra e celate in un piccolo guantino di color rosa, in una confezione di fazzolettini di carta, in bustine di cellophane o in una custodia di occhiali di una griffe taroccata che testimoniano una quotidianità sconcertante con la quale gli aretini continuano a fare a braccio di ferro.
Dopo la convalida degli arresti, i tre spacciatori difesi dagli avvocati Nicola Detti, Elisabetta Sbragi e Simona Donnini sono stati rimessi in libertà con l’obbligo di presentarsi ogni giorno in caserma per la firma, in attesa del processo per direttissima aggiornato all’11 maggio.