Muore nell’ambulanza senza medico, denunciato il 118
Aveva 48 anni ed era cardiopatica da tempo, il marito però è convinto che i soccorsi siano stati insufficienti e troppo lenti
E’ morta a 48 anni in ambulanza e della sua fine, dopo la denuncia del marito, si sta occupando la procura della repubblica. Si chiamava Denise Brizzi, mamma di due figli, era cardiopatica e aveva il pacemaker, ma secondo i familiari l’emergenza non è stata impeccabile e poteva essere salvata. La donna è stata colta da malore in casa di una conoscente, a Marciano, ma l’ambulanza giunta sul posto non aveva il medico a bordo. E questo, secondo la denuncia del marito, ha influito nel tragico epilogo. I volontari hanno trasportato Denise verso un luogo dove è avvenuto l’incontro con l’altro mezzo sul quale viaggiava il dottore. Ma non c’è stato nulla da fare. Disposta l’autopsia.
AREZZO - Denise aveva 48 anni, una bella famiglia, problemi di salute e il pacemaker che aiutava il suo cuore. E’ morta in ambulanza ed ora sulla sua fine il marito Mauro Anteri chiede che sia fatta luce. Tutto ruota sui soccorsi: l’intervento dell’ambulanza senza medico a bordo dopo la richiesta di aiuto. E’ successo giovedì mattina e al grande vuoto si unisce un groviglio di domande. “Forse Denise si poteva salvare”, dice il marito che con a fianco l’avvocato Simona Donnini ha presentato una denuncia in questura poi passata al vaglio della procura. La salma della donna è a disposizione del magistrato e lunedì sarà eseguita l’autopsia. I fatti. Denise, che abita con la famiglia a Marciano, va a far visita ad una conoscente infortunata. Prima delle 9.30 il malore: una crisi cardiorespiratoria. Denise telefona al marito e all’amica fisioterapista per chiedere aiuto. L’amica chiama il 118 e stando a quanto riferito dai familiari, oltre alle indicazioni geografiche, si raccomanda che venga l’ambulanza col medico. L’ambulanza arriva ma è senza medico e i due operatori volontari prestano i primi soccorsi. Secondo la denuncia non vengono praticate manovre che il medico avrebbe potuto svolgere, e che potevano fare la differenza. Passano minuti forse preziosi mentre, data la gravità del caso, da Arezzo parte il dottore in direzione Valdichiana. I due equipaggi del 118 devono incontrarsi in un punto prestabilito: il piazzale della discoteca Le Mirage di Monte San Savino. Arriva l’ambulanza con il medico, che pratica tutte le attività nel disperato tentativo di salvare Denise, ma non c’è nulla da fare. La donna muore in ambulanza e viene trasportata all’obitorio dell’ospedale San Donato. Dolore e voglia di capire fino in fondo da parte del marito: “Forse la sua ora era giunta, ma forse no: l’emergenza poteva avvenire in un altro modo più efficace.” Il drammatico quesito da sciogliere è nella mani del sostituto procuratore Angela Masiello che ha acquisito le carte e affidato l’incarico per l’esame autoptico al dottor Daniele Piergiovanni della medicina legale di Siena. Occorre accertare le esatte cause di morte, ricostruire e lumeggiare tutti i passaggi, stabilire se ci sono state negligenze che possono aver concorso nella fine della donna. Denise aveva avuto fin da piccola problemi di salute importanti, affrontati con tenacia, col sorriso e con efficaci cure. Mamma di due figli di 17 e 12 anni, straordinaria compagna di vita del suo Mauro, era abituata a tener duro. Un anno fa la crisi cardiaca presa in tempo e in modo impeccabile. L’applicazione del pacemaker. Poi altri problemi. Ma Denise era piena di vita e il dubbio di Mauro e di tutti quelli che le volevano un mondo di bene è che forse poteva salvarsi anche stavolta.