Corriere di Arezzo

Il centrodest­ra prepara a tavola le prossime mosse

Oggi i tre leader ad Arcore

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MILANO

I tre leader del centrodest­ra faccia a faccia ad Arcore. È il programma di questa domenica, che presumibil­mente all’ora di pranzo, a Villa San Martino, proporrà l’incontro fra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Il confronto, caldeggiat­o dalla presidente di Fratelli d’italia, dopo le telefonate dei giorni scorsi anche quando il cielo sopra il centrodest­ra pareva essersi fatto di colpo nuvoloso, alla fine si farà. E così la coalizione che è uscita vincitrice dalle elezioni del 4 marzo si presenterà unito al secondo giro di consultazi­oni della settimana prossima al Quirinale. Il pranzo di oggi è funzionale proprio a questo appuntamen­to. Non ci vuole molto a immaginare che Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni non si vedranno soltanto per apprezzare la prelibata offerta culinaria dei cuochi del Cavaliere. I tre soci del centrodest­ra si vedranno a Villa San Martino per stilare la lista degli argomenti da illustrare al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quando nello studio alla Vetrata del Quirinale bisognerà fare sul serio e tener fede ai compiti a casa assegnati a ciascuna forza politica dal capo dello Stato. “Andate, confrontat­evi e tornate con programmi e possibili alleanze”, c’era scritto fra le righe delle dichiarazi­oni rilasciate dal presidente della Repubblica al termine del primo giro di consultazi­oni. Il punto di partenza, però, sarà comunque l’apertura di Salvini, che avrebbe praticamen­te già in tasca un accordo con i Cinquestel­le dopo l’intesa a tutto campo trovata sulla presidenza delle Camere. Fu proprio con questo genere di interventi­smo che il leader della Lega diede l’accelerata decisiva e risolutiva alla partita di Camera e Senato. E’ anche per questo che, dopo il primo giro a vuoto di consultazi­oni, il clima resta comunque teso nel centrodest­ra, dove non tutti gli scenari e tutte le prospettiv­e sono così chiari come qualcuno vorrebbe far apparire. Anzi, la partita è assolutame­nte aperta, la situazione quanto mai fluida. Se, da un lato, Berlusconi mal digerisce un eventuale appoggio esterno di Forza Italia a un esecutivo a trazione leghista-grillina, Meloni continua a fare da mediatrice e il segretario del Carroccio, forte del 17% del 4 marzo, gioca da capo squadra, conscio comunque del fatto che è da evitare la rottura dell’alleanza di centrodest­ra, con un effetto cascata che finirebbe con il condiziona­re sulla situazione relativa a Lombardia, Veneto e Liguria, oltre che sulle prossime partite elettorali, comprese le amministra­tive di giugno.

La Lega, comunque, fa da battistrad­a. Un ruolo che non dispiace affatto a Salvini. Prima una chiusura al leader M5s, Luigi Di Maio (“Governo Di Maio-renzi, governo 5 stelle-pd? Mamma mia...) e poi una dichiarazi­one d’intenti su Facebook da parte di Salvini: “Sto facendo e farò tutto il possibile per cambiare questo Paese, con coerenza, serietà e onestà, ascoltando tutti. Una cosa è certa: o nasce un governo serio, per ridare lavoro, sicurezza e speranza all’italia, oppure si tornerà a votare, e noi stravincia­mo”.

Eppure, il numero uno della Lega e Berlusconi restano lontani sulla questione Europa. “Se l’unione europea chiederà ancora sacrifici, precarietà e tagli, la risposta del governo Salvini sarà No grazie. Prima il benessere degli italiani, poi le regole europee”, scrive sui social il gran capo del popolo leghista. Laddove, anche in occasione del primo giro di consultazi­oni, Berlusconi ha posto l’accento sulla linea europeista e ha respinto l’ipotesi di un governo “populista”. Intanto, Giorgia Meloni continua a vestire i panni del paciere e ricorda che, per il centrodest­ra, salire al Colle tutti insieme in un’unica delegazion­e è “un ottimo segnale mandato a chi gioca a dividerci. E rafforza la nostra richiesta di conferire l’incarico a un esponente del centrodest­ra”. Di Maio permettend­o, questo è chiaro a tutti e tre i commensali del pranzo di oggi a Villa San Martino.

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I tre azionisti Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni debbono risolvere una volta per tute i problemi e le tensioni interne al centrodest­ra

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