Corriere di Arezzo

La Cava: “Corradi si sta ritirando Io da solo non posso fare l’offerta”

Il perugino: “Qualcuno mi aiuti a salvare la società”. Serve oltre un milione di euro per il 16 aprile

- Di Francesca Muzzi

AREZZO - Siamo di nuovo punto e a capo. Ad una settimana dall’apertura delle buste per l’asta dell’arezzo, i conti non tornano. E i due imprendito­ri Giorgio La Cava e Simone Corradi dopo che hanno raffreddat­o i rispettivi animi, adesso potrebbero anche fare marcia indietro. “Colpa” del bando e di quelle cifre pubblicate che parlano più di mille parole. A conti fatti, per prendere l’arezzo ci vogliono un milione e 370mila euro. “Sono oltre 600mila euro in più rispetto a quello che ci era stato prospettat­o”, dichiara Giorgio La Cava subito dopo la partita di Cuneo. Il prospetto che riproponia­mo e che abbiamo estratto dal bando per l’asta è chiaro. E se non bastasse ci sono anche le 350mila euro della fideiussio­ne di Mauro Ferretti che più i giorni passano e più tarda ad arrivare, tanto che sul prospetto delle spese da aprile a luglio, è stata inserita. Giorgio La Cava, l’imprendito­re che aveva messo i centomila euro per l’esercizio provvisori­o, si era appellato alla Lega chiedendo che la fideiussio­ne venissa risolta in altro modo. E non venisse messa sul conto. Invece il presidente Gravina era stato lapidario: “La Lega Pro non fa sconti. Questi sono i pagamenti, altrimenti non faccia l’offerta”. E dopo la pubblicazi­one del bando il rischio è che davvero l’asta possa andare deserta. Se succede la soluzione l’avevano detta i due curatori: “Noi riporterem­o i libri in tribunale e chiudiamo la società”. Ma che cosa sta succedendo? “Succede che le condizioni sono cambiate da un giorno all’altro - spiega La Cava - A febbraio, marzo, quando ho cominciato ad appassiona­rmi dell’arezzo grazie all’amico Ermanno Pieroni, le cifre che ci avevano prospettat­e erano diverse. Diciamo che era un’operazione da 800-900mila euro. Invece da un giorno all’altro ci siamo ritrovati con un’altra somma. Vale a dire un milione e quattrocen­to mila euro, senza contare che fino al 2024 ci sono da pagare le rate Inps e Inail”. Accanto a La Cava c’è o c’era un altro imprendito­re, Simone Corradi, in rappresent­anza di una grossa azienda. “Corradi si sta ritirando da questa avventura dice La Cava - La sua intenzione è di chiuderla qua, perché in effetti ci sentiamo anche un po’ presi in giro. Se io rimango da solo, purtroppo non posso fare l’offerta. Non dispongo di un milione e passa di euro per salvare l’arezzo. A questo punto faccio un appello. E cioè che altri imprendito­ri mi affianchin­o per fare l’offerta e per riuscire a salvare questa società”. Il tempo, come già successo un mese fa, stringe. Ora serve trovare oltre un milione di euro per lunedì 16 aprile entro le 12. A meno che Corradi non ci ripensi.

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Curatori Vincenzo Ioffredi e Lucio Francario, gli avvocati che stanno portando avanti l’esercizio provvisori­o

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