Ubriachi fecero l’amore: non era uno stupro
Assolto dopo 5 anni l’impiegato cortonese che fu accusato di avere violentato una studentessa americana
AREZZO - Per cinque anni un impiegato cortonese è stato accusato di aver stuprato una studentessa americana approfittando del fatto che la ragazza era stordita dall’alcol. Ieri, alla fine del processo, il pm ha chiesto la condanna dell’imputato a tre anni e quattro mesi di reclusione. Ma è stato assolto dal giudice Marco Cecchi perché “il fatto non sussiste”. La notte di sesso, da ubriachi, dopo una cena a base di alcol, non va punita.
AREZZO
La violenza carnale sulla studentessa americana “non sussiste”. E così l’impiegato di Cortona finito a processo per il gravissimo reato passa dal brivido della condanna (3 anni e 4 mesi chiesti dal pm) al sollievo dell’assoluzione. “Mi ha stuprata”, aveva denunciato la ventenne giunta dalla Georgia sotto il sole della Toscana per studiare. Raccontò ai carabinieri una notte di alcol e sesso. Chiese giustizia: “Ero ubriaca, si è approfittato della mia condizione di inferiorità”. Correva l’anno 2013 e la controversa storia si è trascinata avanti fino a ieri mattina, quando il giudice Marco Cecchi ha tirato un rigo sopra la pesante imputazione. Il cortonese, 35 anni, incensurato, non era presente in aula, ed è stato l’avvocato Piero Melani Graverini a informarlo dello scampato pericolo subito dopo il verdetto. E’ stata creduta la versione che il giovane aveva sempre dato, opposta a quella della ragazza: “Lei era consenziente”. Accade tutto una notte di marzo a Cortona, sede dei corsi dell’università della Georgia, città gioiello della toscana venerata dagli americani da sempre, ancor più dopo il libro best seller (poi film) Under The Tuscan Sun di Frances Mayes.
Una cena in villa con cinque coppie: giovani cortonesi e ragazze a stelle e strisce. Atmo- sfera frizzante e aperitivo subito forte, capace di eccitare gli animi. L’atmosfera si scalda, i bicchieri si riempiono, certi approcci trovano terreno fertile. La serata decolla, forse troppo. Qualcuno si apparta in camera. Il mattino successivo, accompagnata dalle amiche, la 22enne georgiana si presenta ai militari dell’arma e denuncia lo stupro. Raccon-
Pm chiede 3 anni e4mesi ma passa la linea dell’imputato: “Nessun abuso lei era consenziente”
ta di aver avuto un rapporto completo con quel cortonese, l’impiegato, ma che lei non voleva: l’alcol l’aveva stordita, non era in grado di autodeterminarsi. Nasce così il procedimento penale, con il racconto della studentessa cristallizzato in un incidente probatorio. prima di tornare in patria. Il caso va avanti per anni, con l’impiegato che respinge l’accusa. Il difensore Melani Graverini chiede il giudizio abbreviato, condizionato all’audizione degli altri ragazzi presenti alla serata. Si arriva all’atto conclusivo. Il pm Angela Masiello chiude la sua requisitoria chiedendo una severa condanna per atti sessuali, aggravati dalle condizioni di menomazione della georgiana (rimasta negli Usa e non costituita parte civile). La difesa insiste sulla reciproca volontarietà di quell’incontro sessuale nella villa di Cortona e convince il giudice Cecchi. Nessuno stupro, sintetizza il verdetto: le ragioni alla base della decisione li spiegherà nelle motivazioni.