Nei padiglioni del verde fuori dalla rotta principale E i visitatori si arrendono
Avete presente quando si va in un posto molto grande da visitare (un museo, una fiera, appunto) e si arriva a un certo punto dove qualcuno del gruppo dice: «Possiamo tornare indietro, di qua non c’è più niente»?
Ecco, questo è quello che può succedere quando un visitatore, dopo essersi lasciato alle spalle l’Albero della Vita e aver percorso verso Est diverse centinaia di metri, si trova davanti al Parco della Biodiversità realizzato da Bolognafiere all’Expo. Insomma, lo sfogo del presidente di Bolognafiere Duccio Campagnoli, che ha pagato circa 7 milioni di euro per quell’area, è comprensibile; e che ora si lamenti privatamente e pubblicamente con il commissario Giuseppe Sala perché di lì non passa nessuno, è comprensibile. Quell’area è sicuramente una delle meno visitata di Expo, soprattutto perché il lungo parco precede il padiglione del biologico (dove sono state collocate Alce Nero, Natura Si, il Sana e il Cosmoprof) e quello della mostra del biologico e qui davvero arrivano poche persone rispetto al flusso enorme di visitatori dall’ingresso Ovest. Il parco rompe lo spazio «urbano» e dà un po’ la sensazione che da lì in poi non ci sia più niente.
Tra l’altro proprio questa era la zona dove ci sono stati i ritardi maggiori nella costruzione dei padiglioni: insomma, non è azzardato dire che almeno per questo mese di maggio è stata una specie di retrobottega dell’Expo.
Ma il principale motivo per cui la zona assegnata a Bolognafiere è una delle più sfortunate è anche dovuto al fatto che la stragrande maggioranza dei visitatori entra dall’ingresso Ovest, quello dove arriva la metro, il mezzo principale utilizzato dai visitatori. L’altro grande punto di arrivo per l’Expo è l’ingresso Sud, quello di Merlata, dove c’è anche l’unico parcheggio interno all’area. Il flusso dei visitatori, dunque, parte da Ovest e va verso Est e quando si arriva al Parco della Biodiversità si è già visto molto e si è camminato moltissimo. E soprattutto la zona di Bolognafiere è lontana dal Decumano e dal centro dell’Expo, e cioè il Padiglione Italia. Infine quando finalmente si arriva all’Albero della Vita, verniciato tra l’altro dalla bolognese Renner, si ha la sensazione che la visita sia finita.
Spostare la location è naturalmente impossibile. L’unica cosa che si può fare per evitare che il parco della biodiversità resti l’angolo buio di una manifestazione che nel primo mese ha ospitato 2,5 milioni di persone è quello, come ieri ha proposto il presidente Duccio Campagnoli, di potenziare i collegamenti con l’ingresso Est, tra tutti quello meno frequentato.