Antiabortisti in manifestazione Il Pd: «Vietarla»
In programma il 13 giugno. Lettera dei Dem a prefetto e questore, che prendono tempo
Il Pd chiede a prefetto e questore di vietare il sit in di preghiera antiabortista di sabato 16 davanti al Maggiore del comitato «No194». «Una manifestazione provocatoria che offende i cittadini» sostengono il segretario Francesco Critelli e la responsabile Donne Federica Mazzoni. Ma il comitato non ci sta e ribatte: «Siamo pronti ad aprire un procedimento giudiziario».
Una manifestazione «fortemente provocatoria», che per via delle «modalità offensive offende la cittadinanza». Senza contare poi la «scelta di farsi scortare e supportare da gruppi fasciti e antidemocratici» come Forza nuova, con tanto di «spiacevoli conseguenze in termini di ordine pubblico e disagi per la cittadinanza». Ce n’è a sufficienza, secondo il Pd di Bologna, per chiedere, con una lettera inviata al prefetto Ennio Mario Sodano e al questore Ignazio Coccia, di vietare la manifestazione del comitato referendario anti- abortista «No 194». Un evento nazionale: nove ore di preghiera davanti all’entrata dall’ospedale Maggiore, in programma per sabato 13 giugno.
Prima del Pd, già Sel aveva chiesto il divieto del sit in, promettendo altrimenti una contro manifestazione in largo Nigrisoli, così come hanno assicurato gli attivisti di Tpo e Làbas. Ora a questo si aggiunge la missiva di via Rivani firmata dal segretario provinciale Francesco Critelli e dalla coordinatrice Donne Federica Mazzoni. «Ravvediamo in questa manifestazione espressioni di intolleranza» che potrebbero sfociare in disordini, tali per cui il Pd chiede di « valutare la possibilità di non autorizzare tale manifestazione». Prefetto e questore per ora non commentano la richiesta avanzata dal Pd, ma di certo la questione verrà affrontata nei prossimi giorni dal comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza.
In ogni caso, il comitato anti-abortista ci sarà e, nel caso l’iniziativa dovesse essere vietata, è pronto a impugnare il provvedimento. «Io ci andrò. O in 50 o da solo, questa libertà costituzionale non ci deve essere tolta», attacca il vicepresidente del comitato Giorgio Celsi. E c’è da credergli. Dopo il divieto a manifestare davanti alla clinica Mangiagalli di Milano, Celsi una volta a settimana va lì da solo a volantinare e pregare. «Stiano tranquilli quelli del Pd, non porteremo foto di feti morti, anche se l’aborto è quello. I violenti non siamo noi ma chi uccide i bambini». Il presidente Pietro Guerini promette invece battaglia anche sul fronte legale: «Se il prefetto ci vieterà la manifestazione, impugnerò il provvedimento e aprirò un procedimento giudiziario». Data e contenuti della manifestazione sono stati diffusi anche sul sito dell’ Arciodiocesi, un particolare molto apprezzato da Celsi. «Ci sentiamo tutelati dalla Chiesa bolognese che ha appoggiato la nostra manifestazione» osserva Celsi. Al Maggiore, salvo novità dell’ultima ora, non dovrebbero esserci i neofascisti di Forza nuova, come è invece successo a Milano. «Alle preghiere loro non vengono, ma noi accettiamo tutti quelli a favore della vita» spiega il vice presidente.
Gli organizzatori Hanno paura delle preghiere. Se ci negano il permesso faremo battaglia legale