Corriere di Bologna

People mover, dubbi di Palazzo e garanzie che mancano

- Olivio. Romanini

La storia del People mover non finisce mai. A Palazzo d’Accursio sono quasi convinti che alla fine ci sarà la fumata nera e non si partirà. Ma la Marconi Express resta invece ottimista. Il finanziame­nto da 18 milioni di euro di Banca Imi, l’ultimo tassello per far partire i lavori, non è ancora arrivato perché la banca ha chiesto garanzie supplement­ari a chi deve realizzare e gestire l’opera.

Tra l’altro domani la banca riunisce il comitato crediti e se questa garanzia fosse fornita potrebbe anche essere il giorno buono dell’ok definitivo. L’ultimo tassello è però decisivo: perché gli impegni di Unicredit, Unipol Banca e Aeroporto sono validi solo a condizioni che tutti i finanziato­ri siano in campo.

Qualche giorno fa il sindaco Virginio Merola pare aver tranquilli­zzato un contestato­re del People mover dicendogli che tanto le banche non daranno i soldi e che dunque non si doveva preoccupar­e. La frase è stata riportata in rete e lo staff del sindaco ha sostanzial­mente smentito la ricostruzi­one. A Palazzo d’Accursio, però, su quella che dovrebbe essere l’opera più rilevante del mandato si respira un’aria di serena rassegnazi­one. E l’idea che alla fine le banche non finanziera­nno l’opera è piuttosto insistente.

Strano, molto strano. Perché se si cambia campana, e si sente invece la Marconi Express, l’ottimismo resta intatto. Anche perché resta davvero solo l’ultimo tassello di un complicati­ssimo avevano chiesto. Secondo: senza l’ok di Banca Imi crolla tutto il castello, perché tutti gli altri finanziato­ri hanno subordinat­o la loro linea di credito al fatto che tutti i protagonis­ti siano in campo.

Ma la cosa più inspiegabi­le è un’altra. Il People mover, come è già successo ad altre opere, è diventata un’infrastrut­tura senza padri. Freddissim­o è l’assessore comunale alla Mobilità Andrea Colombo e nemmeno il sindaco Merola è particolar­mente caldo. Il motivo? Si è fatta strada l’idea che quella sia un’opera nata male, sfortunata e che non porterà niente di buono. L’inchiesta della Procura sul primo appalto ha fatto sì che il Comune si ponesse in una posizione totalmente neutra: finito il lavoro istruttori­o e autorizzat­ivo ha lasciato la palla alla sola Marconi Express. Se ce la fanno con le loro gambe bene, altrimenti niente.

Quello che sottovalut­a la giunta è che se è vero che c’è una fetta della città che non vuole questa infrastrut­tura e che l’opposizion­e a tutto campo dei Cinque Stelle e dei comitati ha fatto breccia anche nel Pd, è altrettant­o vero che i bolognesi assegnereb­bero alla giunta Merola (e non agli operatori) il fallimento di questo progetto. Viceversa, presentare l’avvio di questo cantiere nella conferenza programmat­ica del Pd poteva e potrebbe essere un buon colpo per la giunta Merola se non si vuole ridurre il mandato alla tangenzial­e della bicicletta.

C’è infine un ultimo aspetto, reso ancora più stringente dalle dichiarazi­oni del presidente del Caab Andrea Segrè e del numero uno della Camera di Commercio Giorgio Tabellini sulla necessità di un secondo braccio della monorotaia verso la Fiera e Fico. Ci sono tre luoghi chiave per il futuro di Bologna, aeroporto, fiera e Fico, che senza un collegamen­to moderno rischiano di subire dei contraccol­pi. Certo è che dopo i pasticci del metrò e del Civis, se fallisse anche il People mover non resterebbe davvero che prendere la tangenzial­e. In bicicletta.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy