«Si sperimenti. Con rigore»
IL DIBATTITO
« Le sperimentazioni sugli orari flessibili negli asili vanno bene ma con rigore, dopo aver ascoltato i genitori e senza deformare un modello educativo». La pensa così il pedagogista dell’Alma Mater Franco Frabboni.
«Partiamo da un punto: nido e scuola dell’infanzia sono scuola, non luoghi di raccolta di bambini. Detto questo va bene aprire una riflessione, parlandone in primo luogo con i genitori, per capire le loro esigenze». Franco Frabboni, pedagogista di lungo corso, professore emerito dell’Alma Mater, di asili in senso lato è maestro. Li ha studiati e ne ha scritto per tutta la vita.
Professore, si apre la possibilità di sperimentare l’apertura di nidi e materne al sabato e alla domenica, o in orario serale. Cosa ne pensa?
«Intanto non si deve perdere l’identità di queste scuole su cui abbiamo fatto battaglie negli ultimi 30 anni del secolo scorso. Sono nate qui, e ce le hanno copiate nel mondo. Quindi, possono esserci tempi dilatati che tengano conto delle esigenze dei genitori. La scuola coinvolge, ed emancipa, i genitori che sono soggetti educativi fondamentali».
Il sindaco Merola apre ai nuovi orari e ne vuole parlare con i genitori. Dal punto di vista pedagogico concorda?
«Va bene aprire, ma dopo una verifica e una discussione con le famiglie. Le esigenze sono cambiate, c’è stato l’ingresso anche di nuove culture che hanno esigenze diverse. Dunque una verifica è necessaria perché in gioco ci sono percorsi formativi conquistati da genitori, insegnanti, enti locali in quegli anni. Insomma non bisogna buttare a mare l’impianto didattico di queste scuole per farne dei centri di accoglienza o di badantato».
Cosa ne pensa degli asili aperti 24 ore?
«Non sono contrario in partenza. Mi chiedo però, visto che lottiamo sempre per la mancanza di spazi, dove allestiamo le zone notturne? Bisogna partire anche in questo caso con molta gradualità per non deformare tutto l’impianto. E poi nido e materna sono considerate un’unica entità? In realtà hanno percorsi interdipendenti ma sono percorsi distinti, basati su modelli diversi costruiti dai territori. Non dai pedagogisti, che arrivano sempre dopo».
Dunque, lei è favorevole a sperimentazioni purché siano cum grano salis?
«Certo, le sperimentazioni vanno bene ma con un minimo di rigore, dopo aver ascoltato dai genitori le loro reali esigenze e senza deformare un modello educativo costruito negli anni e che ha dimostrato di funzionare. Una nuova stagione di aperture va bene, ma senza che questo possa provocare un’onda lunga con il rischio di travolgere tutto».
Una difesa ad oltranza di un modello, la sua.
«Le vera e buona scuola è quella formata dal nido e dalla scuola dell’infanzia e dall’esperienza del tempo pieno e del tempo prolungato. La cosiddetta Buona Scuola è cieca di fronte a questo». esentati da certi turni lavorativi».
Sulla consultazione di Virginio Merola quindi cosa pensa?
«Penso che vada benissimo. Aggiungo però che alla consultazione vanno invitati anche pedagogisti, pediatri, educatori e chiunque si occupa del benessere dei bambini. Sono aspetti molto delicati che riguardano la crescita dei nostri cittadini più piccoli».
Non si deve perdere l’identità di queste scuole per cui abbiamo combattuto negli ultimi 30 anni del secolo scorso La battaglia da fare è chiedere a istituzioni e aziende private tempi di vita e di lavoro adeguati per i genitori