Bologna, niente calcoli se vuoi la A Rossi: «La finale va guadagnata»
Oggi il ritorno con l’Avellino, il tecnico non si fida: «Loro non hanno nulla da perdere»
Il mondo si fa oggi o dovremo aspettare l’anno prossimo, pensare fin da ora alla finale e magari anche contro chi la giocherai è tempo perso, nella testa di tutti deve esserci solo l’Avellino. E poco importa se venerdì a casa sua lo hai battuto, perché di questi tempi e in partite come questa un pallone che balza in un modo o in un altro può cambiarti la vita e fartela diventare bella o tremendamente brutta. Sembra sereno Delio Rossi, e forse lo è davvero, poi in fondo di pomeriggi importanti come quello di stasera ne ha vissuti tanti. «Non faccio calcoli, la partita è contro l’Avellino, fate conto che si riparta dallo 0-0 e non dal gol di Sansone che ci ha consentito di vincere là, tra l’altro guai a dimenticare che loro a questo punto non hanno niente da perdere».
Ancora una volta Rossi lancia messaggi forti e pieni di significati e il Bologna farà bene a prendere i suoi pensieri come fossero oro colato, se vorrà regalare alla propria gente la prima gioia. «Da una parte mi piacerebbe tanto rivedere la concentrazione e l’applicazione di Avellino, dall’altra vorrei che i miei giocatori fossero meno precipitosi e frenetici». E questo è un sms che assomiglia tanto a un diktat, perché in questo senso il Bologna troppe volte è mancato nella finalizzazione, sbagliando sul più bello scelte che sembravano anche facili da fare.
Il mondo si fa oggi, ha ragione Rossi, «la finale ce la guadagniamo eventualmente con la partita contro l’Avellino, la partita è quella e basta, non voglio ascoltare altri discorsi», e nel tentativo di farlo più bello possibile l’allenatore del Bologna non guarderà in faccia nessuno, come è giusto che sia, e se poi qualcuno impreca e non ci sta, pazienza.
La puntualizzazione di Rossi allontana equivoci e malintesi. «Per quanto riguarda le scelte non farò la formazione sulle figurine Panini e non starò attento neanche se uno ha fatto tante o poche presenze in serie A, da sempre guardo molto bene gli allenamenti e so riconoscere perfettamente quelli che lavorano con maggiore o minore costanza. Dico di più: io non ho alcun pregiudizio e ben venga chi mi mette in difficoltà nelle scelte, per me non ci sono assolutamente esclusi, tutti fanno parte della squadra e tutti potrebbero tornare utili».
Non aggiunge altro, ma è facile intuire quello che sarebbe il suo successivo pensiero: chi non tornerà utile alla causa è solo perché non lo vorrà, essendosi già colpevolmente tirato fuori dalla lotta.
Il mondo si deve fare oggi e per farlo sarà necessario dimenticare quello che è stato venerdì ad Avellino. Sì, anche su questo tema Rossi ha le idee chiare. «Non sarà, non dovrà essere una partita di gestione e basta, se per gestione uno intende palleggiare, no, non dovremo palleggiare e basta, la parola gestione per me ha un altro significato, quello di fare gol, anche perché il Bologna non è di sicuro una squadra con un gioco codificato». Vero, sacrosanto, quello che sostiene Rossi è stato davanti agli occhi di tutti quasi per un campionato intero, perché anche il primo Bologna non ha mai avuto un’identità, per non parlare del secondo che via via ha perso anche l’anima. Rossi non fa appelli, primo perché non ne ha mai fatti, secondo perché Bologna deve capire da sola che è il momento di accompagnare il Bologna lungo la strada che porta alla serie A. Poi per Rossi c’è anche un terzo motivo, questo: «Ciò che chiedi devi prima meritarlo e noi non ce lo siamo ancora meritato». Sta per passare l’ultimo treno, il mondo bisogna cominciare a farlo oggi. Anche perché in ballo ci sono 35 milioni di euro.
Non ci sono esclusi, tutti fanno parte della squadra e potrebbero tornare utili