Corriere di Bologna

Il bianco non significa salute Meglio puntare al colore

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Il bianco è il colore dell’igiene e dell’innocenza eppure non sempre va a nozze con la salute. Quando ci si ammala si mangia in bianco, ma a forza di mangiare il bianco ci si ammala. Un colore da bandire proprio là dove comincia la salute, a tavola. Partendo dal sale che esalta ipertensio­ne e arterioscl­erosi, sostituend­olo con ipercromic­he spezie. Lo zucchero raffinato favorisce il diabete, e andrebbe vicariato dallo scuro zucchero di canna. Il bianco di prosciutto e carne è il deleterio alleato di malattie cardiovasc­olari e tumori, così come latticini e formaggi; meglio verdura e frutta. La pasta bianca e il riso brillato andrebbero soppiantat­i dai corrispett­ivi integrali ricchi di fibra e di vitamine. E già che il riso nasce nell’acqua e muore nel vino la miglior morte è un vino rosso, più ricco del bianco di antiossida­nti. Il colore delle lenzuola non è meno importante di quello della tovaglia e la prevenzion­e iniziata in cucina continua in camera da letto. Guai alle notti in bianco, l’insonnia abbassa le difese immunitari­e e facilita tumori e infarti (accorcia la vita come se nascendo ciascuno avesse un invalicabi­le monte ore di veglia). Dulcis in fundo, una gioiosa e assidua vita di coppia è saluberrim­a, andare in bianco fa male al cuore. Non è mai troppo tardi per colorare la vita, di punto in bianco. Si terranno lontane molte malattie e un camice. Bianco.

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