«SENZA CENTRODESTRA I DEM STIANO SERENI»
Corbetta (Cattaneo): «Le liste civiche? Non funzionano»
Piergiorgio Corbetta, studioso dei flussi elettorali dell’Istituto Cattaneo, il voto alle Regionali di domenica scorsa quali indicazioni dà ai partiti bolognesi in vista delle Amministrative del 2016?
« L’interrogativo vero alle prossime elezioni, a Bologna ma non solo, è capire se il centrodestra sarà capace di compattarsi o se correrà in ordine sparso».
Se l’alleanza va in porto cosa succederà?
«Un centrodestra unito sarà competitivo anche a Bologna e se la giocherà come secondo per andare al ballottaggio, altrimenti la seconda piazza andrà al M5S. Non solo: io credo che le mosse di Lega e Forza Italia finiranno per condizionare il posizionamento del Pd». In che senso? «Con un centrodestra unito e competitivo il Pd dovrà stare attento a non scoprirsi al centro: l’alleanza con Sel rischia di allontanare l’elettorato moderato. Ma se il centrodestra resta spaccato, le alleanze del Pd saranno del tutto irrilevanti perché avrà già vinto la partita».
Fora Italia e Lega troveranno un’alleanza credibile?
«È un punto interrogativo enorme. Di sicuro, se il centrodestra riuscisse a coagularsi smussando gli spigoli tra Lega e Forza italia, come è stato fatto in Liguria, niente sarebbe impossibile. La vittoria di Toti è nata così. Ma non sappiamo se Berlusconi sarà ancora capace o avrà voglia di spendersi ancora per uno sforzo federatore».
E il candidato? Meglio un civico alla Guazzaloca o un politico?
«Dipende dai candidati. I nomi vincenti non si inventano e la politica oggi funziona così: i leader contano molto».
In queste Regionali le liste «civiche» a sostegno dei leader sono andate molto bene: quella pro Zaia ha preso il 23%; la lista pro Emiliano in Puglia è andata al 9,2% e le due a sostegno di De Luca hanno sfiorato il 10%. È una mossa che consiglierebbe a Merola?
«In generale le liste civiche sono un surrogato della politica, nascono quando la politica non ce la fa e i partiti si sfarinano».
Pare che Merola ci stia lavorando...
«Le liste civiche hanno funzionato con Zaia ma funzionano soprattutto al Sud dove i leader locali hanno un seguito personale molto forte che gli consente di prendere voti anche a prescindere dal partito di riferimento. Non mi sembra il caso di Bologna. Qui una lista civica rischia di essere un aggregato nel vuoto, che non ha alle spalle niente di concreto».
Parliamo di affluenza: domenica ha votato il 52% degli aventi diritto: un dato basso, ma superiore al 37,7% delle Regionali emiliano- romagnole. Come se lo spiega?
«In Toscana (48,28%) e Marche (49,78%) è andata male anche due giorni fa: le regioni rosse sono in sofferenza. Ma le Regionali del novembre 2014 in Emilia furono un’anomalia». Cosa intende? «Si votava solo in Emilia e Calabria e non ci fu il traino nazionale, mentre stavolta se n’è parlato moltissimo sui media nazionali. E poi a novembre il voto fu preceduto da questioni giudiziarie importanti come le dimissioni di Errani e lo scandalo delle spese pazze. La gente non fa differenza tra scandali grandi e piccoli».
Il crollo di affluenza nelle regioni rosse è un segnale al partito?
«Non credo che sia un segnale consapevole del tipo: ora vi faccio vedere io. È più un messaggio del tipo: che voto a fare?».
I 5 Stelle sono il secondo partito nonostante le aspettative funeste. Reggeranno anche l’anno prossimo a Bologna?
«Il M5S sta dimostrando di sapersi consolidare cambiando. Non hanno più l’idolatria del web, hanno capito che andare in tv è importante, non sono più Grillo dipendenti e stanno costruendo una classe politica embrionale. Ci sono leader riconosciuti a livello locale che stanno iniziando a parlare di alleanze».
La perdita dell’innocenza non rischia alla lunga di svantaggiarli?
«Perderanno un po’ del loro smalto antisistema ma la gente non è così sciocca da continuare a votare sempre un partito senza prospettive di governo».
L’asse con Sel Con un centrodestra unito il Pd dovrà stare attento a non scoprirsi al centro: l’alleanza con i vendoliani rischia di allontanare l’elettorato moderato