MEROLA: «NESSUNO PIÙ A SINISTRA DI ME»
Il sindaco: «Qui un’area radicale che non fa i conti con la realtà». Cresce la «minaccia» civatiana
«Uniti si vince». A due giorni dai risultati delle Regionali il sindaco Virginio Merola rilancia la coalizione con i vendoliani che lo portò alla vittoria nel 2011. E prova a scacciare lo spauracchio del caso Liguria e della nascita di un nuovo partito a sinistra: «Non c’è nessuno più a sinistra di me». Ma alle elezioni del 2016 potrebbe esserci pure il nuovo partito di Pippo Civati. «Serve una riflessione anche qui», conferma l’europarlamentare Elly Schlein.
«Dove la sinistra è unita, si vince senza problemi». In piazza per celebrare il 2 giugno, con al fianco il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti (che non ha fatto mistero, qualora ci fossero le condizioni, di ambire alla poltrona di Palazzo d’Accursio), il sindaco Virginio Merola fa capire a tutti di non temere l’effetto Liguria, dove il fuoriuscito dal Pd Luca Pastorino (appoggiato da Sergio Cofferati) ha sfiorato il 10% dei consensi, mentre la candidata democratica Raffaella Paita ha dovuto assistere alla vittoria del forzista Giovanni Toti. «Un altro Pastorino anche qui? Non esiste uno più a sinistra di me», sfodera l’orgoglio Merola, dopo essersi riavvicinato nelle scorse settimane, con il dietrofront sulle azioni Hera, a Sel e soprattutto alla Cgil.
Nemmeno l’attivismo dell’ex segretario del Pds Mauro Zani, che su Facebook sta aprendo le porte a chi abbia voglia di dar vita assieme a lui a una nuova lista civica per il 2016, lo impensierisce. «Non mi piace il fatto che, se ci si vuole candidare, non si ha il coraggio di metterci una sigla parlando invece di lista civica», attacca Merola. «Detto questo, c’è un’area della sinistra bolognese che non riesce a fare i conti con la realtà e ogni volta rilancia un’alternativa radicale al mondo». Ma nessuna paura, avverte il sindaco: «Sono sempre meno e sempre più divisi». Il suo obiettivo è replicare la coalizione che lo portò alla vittoria nel 2011. «In questa città c’è il Pd, c’è Sel, ci sono forze di centrosinistra che devono trovare le ragioni anche questa volta per stare uniti». Per lui un’alleanza solida, che guardi a sinistra, è l’unico antidoto a una nuova astensione record: «È il nostro problema. Ma si risolve che con una sinistra che vuole stare insieme».
Le certezze di Merola si scontrano con i dubbi dentro al Pd, dove la preoccupazione di una lista legata a Pippo Civati si fa sentire. Magari con una suggestiva candidatura: quella dell’europarlamentare e fuoriuscita dal Pd, Elly Schlein. La diretta interessata per ora si tira fuori dai giochi, ma non esclude che una nuova lista a sinistra possa nascere sotto le Torri. A differenza della Liguria, difficilmente qui porterebbe alla sconfitta del Pd in assenza di rivali nel centrodestra. Ma potrebbe costringere Merola al ballottaggio. Proprio ieri Civati ha lanciato «Possibile», il suo nuovo partito, che ha già ottenuto la benedizione del leader di Sel, Nichi Vendola. Il prossimo 21 giugno a Roma ci sarà la prima convention di Civati. Dal giorno successivo, fa capire la Schlein, si aprirà anche il capitolo delle Amministrative sotto le Torri. «Tutto è ancora prematuro, ma una riflessione va fatta anche a Bologna», conferma l’europarlamentare. Per adesso un solo dato è certo: «La Liguria dimostra che uno spazio politico enorme si è creato a sinistra, anche qui in città». La Schlein cita l’astensione record delle Regionali che a novembre hanno eletto Stefano Bonaccini, di gran lunga superiore a quella registrata in tutta Italia domenica scorsa, per spiegare che ci sono parecchi elettori a sinistra che, dopo essere rimasti a casa a novembre, potrebbero tornare alle urne nel 2016 per votare una lista «Possibile» targata Civati, con dentro anche Sel, il movimento contrario alla Buona scuola di Renzi e quello del referendum contro i fondi alle scuole private.
«Le elezioni in Emilia-Romagna hanno dimostrato una frattura evidente. Renzi chiuse la campagna elettorale al PalaDozza attaccando il sindacato. Mentre una parte della sala era entusiasta, l’altra gelava. Moltissimi non si riconoscevano con quei toni. Il risultato è quel che è successo con il voto di domenica». Il sindaco, fiutata l’aria, da settimane ha invertito la rotta virando a sinistra, alla ricerca di una copertura soprat tut to nel s indacato. Un’operazione che non ha impressionato la civatiana: «Merola in questo momento è il candidato del Pd. Ma a sinistra del Pd c’è molto». È probabile quindi che entro l’estate «si creino nuovi soggetti». Per capire cosa accadrà, bisogna attendere il 21 giugno. Un’altra scadenza, dopo quella della Conferenza programmatica del Pd, nel contorto percorso che Merola sta costruendo per il suo secondo mandato.