Corriere di Bologna

Cacia, un gol pieno di veleno

Acquafresc­a: «Le polemiche personali valgono zero, conta la A»

- Di Claudio Beneforti

Non basta il gol per far tornare il sorriso sul volto di Daniele Cacia: «Su di me sono state dette tante falsità, io invece non dico niente e lascio parlare i numeri. Le statistich­e sono dalla mia parte. Gioco poco? Non è a me che dovete rivolgere questa domanda». Felice Acquafresc­a: «Conta andare in A, non le polemiche».

Il Grande Riscatto. Prima quello di Robert Acquafresc­a, che ha firmato il gol dell’1-1 battendo Frattali, che nella stessa porta gli aveva parato tre settimane fa un calcio di rigore. Pensate, Acquafresc­a non segnava dalla partita di Catania, quel sabato era il 6 dicembre, una mezza vita fa. Poi, nella seconda parte, è arrivato quello di Daniele Cacia, che aveva preso il posto proprio di Acquafresc­a e che ha firmato il gol del 2-2, arrivando a quota 12. Qual è stata la loro reazione davanti ai taccuini e alle telecamere? Acquafresc­a è rimasto tra le righe, dimentican­do quello che è stato e pensando solo a quello che sarà, o meglio, che dovrà essere. Cacia no, Cacia ha tirato fuori dosi massicce di veleni, certo, pensando anche lui a quello che dovrà essere nelle due partite di finale, ma al tempo stesso non passando sopra a quello che ha vissuto. O, almeno a sentire lui, che ha dovuto vivere. Per colpa di altri, la sua puntualizz­azione. Non ha fatto nomi Cacia, ma è evidente che i suoi destinatar­i siano soprattutt­o il responsabi­le dell’area tecnica Pantaleo Corvino e l’allenatore Delio Rossi.

Cosa ha dichiarato Cacia alla fine dei giochi? Leggiamolo con attenzione, ciascun suo pensiero assomiglia tanto a una stilettata. «In queste ultime settimane ne ho sentite di cotte e di crude, qualcuna anche scandalosa. C’è chi stasera dormirà bene ma masticherà amaro, mentre io dormirò serenament­e. Certo che ho sofferto, ho sofferto tanto, avendo ascoltato tante falsità e tante cattiverie nei miei confronti, perché c’è chi parla, parla, dimentican­do tante cose. Per quello che mi riguarda nel frattempo io mi sono sempre allenato bene, e non ho perso neanche un giorno di allenament­o». Non gli va giù, più passano i minuti più diventa acido. «Nel calcio contano i fatti, i numeri e le statistich­e e i fatti, i numeri e le statistich­e sono dalla mia parte. Qualcuno può pensarla come vuole, ma io sono sempre stato lì con la testa, al mio posto, non ho mai fatto polemiche, nonostante abbia dovuto mangiarne tanta. Come d’altra parte ha dovuto mangiarne tanta Acquafresc­a. E dico di più: tutti e due abbiamo privilegia­to la squadra, abbiamo messo sempre la squadra davanti a tutto».

Cacia tira ancora fuori un’altra parte dell’arsenico che ha addosso. «Per togliermi tutti i sassolini dovrei stare qua più di un’ora, le critiche ci stanno, ma le chiacchier­e stanno a zero. Perché non ho giocato negli ultimi tempi? Non faccio io la formazione e non prendo io le decisioni, questa domanda dovete rivolgerla a qualcun altro e a qualcun altro ancora». Cosa ha detto sulla partita? «Tutto è bene quel che finisce bene, ma che sofferenza, il nostro pubblico è stato fantastico».

Siamo ad Acquafresc­a, uscito alla fine del primo tempo avendo avvertito un tirotto (pare non grave). «Non ho voluto rischiare, pensando alla finale. Il gol è stato bello e importante, le questioni personali no, non contano, come non conta il passato, si riparte da zero. Qua c’è solo una cosa che conta, andare in serie A». Parole sacrosante.

Nel mirino il tecnico L’attaccante ha fatto un gesto dopo il gol, nel mirino ci sarebbero Rossi e il ds Corvino

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Polemica Daniele Cacia si porta la mano alla bocca

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