Il nodo degli appalti anche nei nidi
Segata (Dolce): «Massimo ribasso, dura mantenere gli standard». L’esempio dei privati
I nidi convenzionati arrancano: «Il Comune ha fatto una gara d’appalto al massimo ribasso», dice infatti Pietro Segata, presidente della coop Dolce che gestisce alcune strutture in città, «come potremmo garantire gli standard di qualità?». Figurarsi dunque gli orari prolungati o i weekend.
Un servizio almeno in parte coperto dai nidi privati. Come il Nonna Elide al Saragozza, che effettua il part time pomeridiano ed è aperto anche d’estate.
Flessibilità negli orari di apertura dei servizi comunali per l’infanzia. Il dibattito per un ripensamento dell’offerta di nidi e materne da parte del pubblico è ormai avviato sia in Comune che in Regione. «Il mondo del lavoro è cambiato. Serve più flessibilità», ha detto il sindaco Virginio Merola. Oggi nidi e materne comunali sono aperti dalle 7.30 alle 16.30, dal lunedì al venerdì. Ma le esigenze della famiglie impongono orari diversi. C’è chi ha bisogno del part-time mattutino, chi pomeridiano, chi del sabato mattina. Chi accede alle graduatorie comunali, invece, usufruisce di un servizio di elevata qualità modellato d’Accursio ha bandito l’appalto per la nuova concessione «con il massimo ribasso — spiega Segata —. Non credo che lo vinceremo, non potremmo garantire gli standard di qualità».
La vicepresidente della Regione Elisabetta Gualmini e il sindaco Merola hanno fatto da apripista al ripensamento delle aperture per cinque giorni a settimana. «I nidi il sabato mattina sono un’esigenza reale per le famiglie. Chi può si rivolge al privato — spiega Segata —. Non vorrei che chiudessimo la stalla quando i buoi sono già scappati».
Le strutture per l’infanzia gestite direttamente dal Comune di Bologna sono 39. Altri sei nidi sono in concessione alle coop Dolce e Cadiai. «Ma c’è disparità — spiega Segata — tra i nidi in convenzione aperti dalle 7.30 alle 18, e quelli gestiti direttamente dal Comune, che chiudono alle 16.30. Noi permettiamo anche di prolungare fino alle 18.30, mantenendo sempre la tariffa comunale. Basterebbe almeno estendere a tutti l’apertura fino alle 18. Il Comune dovrebbe avere il coraggio di iniziare a discuterne con i sindacati», conclude il presidente della cooperativa Dolce.