No194 divisi: «Andiamo lo stesso». «No, denunciamo»
La notizia di un’ordinanza del prefetto Ennio Mario Sodano che vieterà la manifestazione davanti al Maggiore spiazza il comitato referendario No194. «Ma io ci andrò lo stesso», annuncia il vice presidente Giorgio Celsi, già abituato a pregare da solo davanti alla clinica milanese Mangiagalli (dopo lo stop alle preghiere collettive arrivato dalla Questura del capoluogo lombardo). Più sfumata, invece, la posizione del presidente del comitato Pietro Guerini, che comunque ribadisce l’intenzione di muoversi per vie legali. «Si tratta di una decisione scandalosa. Noi ci limitiamo a pregare, non facciamo un comizio politico — spiega —. Eventualmente presenterò una denuncia verso i firmatari del provvedimento». Guerini però non vuole arrivare al punto di infrangere la «zona rossa» davanti al Maggiore, così come sarà presto deciso dall’ordinanza della Prefettura. «Siamo pronti a spostarci di qualche metro per non arrecare fastidio», concede. Ma se l’ordine dovesse essere quello di andare a pregare in un’altra piazza, distante da largo Nigrisoli, allora il comitato è pronto a seguire le istruzioni di piazza Roosevelt: «Sono un avvocato — dice Guerini — e il mio comitato rispetta le leggi dello Stato, a differenza di chi protesta contro le nostre iniziative. Ma c’è una chiara lesione dei diritti costituzionali, per questo agirò comunque dal punto di vista legale».