I «cugini» favoriti Rossi: più intraprendenza
Bologna contro Sassuolo. Il capoluogo contro la provincia modenese. Ma sono i neroverdi, oggi, ad arrivare alla sfida da favoriti. «Ma Destro e Brienza fanno paura» dice Di Francesco. Rossi chiede ai suoi qualcosa in più: «Rispetto alla gara contro la Lazio voglio una partita con meno paura e più intraprendenza».
Sono sessantasei i chilometri che separano Sassuolo e Bologna, il capoluogo che si riaffaccia — in una casa ristrutturata — al calcio che conta dopo un anno di purgatorio e con tanta ambizione in salsa nordamericana e la piccola realtà di provincia portata nel gotha del calcio da un grande imprenditore, ad espressione di un polo industriale tra i maggiori d’Italia.
Joey Saputo da una parte, l’uomo che ha salvato il club rossoblù da un atroce destino, Giorgio Squinzi dall’altra, numero uno di Confindustria che ha reso il piccolo Sassuolo una importante realtà del calcio nostrano, fucina di talenti azzurri vista l’anima quasi tutta italiana della squadra: il derby di oggi alle 18 (diretta esclusiva su Sky) che aprirà la seconda giornata di campionato è anche la sfida tra due munifici patron che hanno fatto il bene dei rispettivi club.
«Saputo è un patron e non un padron — spiegava ieri il tecnico del Bologna Delio Rossi con un gioco di parole dei suoi — io nel calcio ho avuto tanti presidenti che ti fanno pesare la loro posizione, mentre Saputo ha stile, sa che ci sono persone delegate alla parte tecnica e si è presentato anche alla nuova squadra in maniera garbata». Così è anche il dirimpettaio Squinzi, che come Saputo ha affidato a una dirigenza di comprovata fiducia la gestione del club.
I neroverdi, inutile nasconderlo, arrivano nel capoluogo con i favori del pronostico dettati non solo dalla vittoria all’esordio in rimonta sul Napoli ma da un’ossatura forte, che resta tale anche senza la pesante assenza per infortunio della stella Berardi. Al suo posto uno tra lo spauracchio Politano (che nell’ultimo playoff portò Rossi a preferire Morleo a Masina), l’azzurro Sansone o l’ex Laribi, ma poco importa perché il 4-3-3 di Di Francesco è ormai una macchina che fila col pilota automatico.
«Cambiando poco, abbiamo qualche piccolo vantaggio rispetto al Bologna — ha ammesso ieri proprio l’allenatore del Sassuolo — il Dall’Ara è uno stadio che mi piace molto e ho visto un Bologna che ha chiuso in crescendo contro la Lazio, attenzione a Destro che è un grandissimo giocatore e a quel “vecchietto” di Brienza che ha giocato con me e che ha ancora grande qualità ed energia».
L’ex centrocampista della Roma può contare anche sui due sogni di mezza estate rossoblù, Duncan e Defrel, mentre Rossi ieri al loro nome ha abbozzato un sorriso, ricordando la telenovela estiva. Al loro posto, sempre per iniziare con la D, Donsah e Destro. Il primo è ancora indietro fisicamente dopo le liti con il Cagliari («Non so se farlo partire dall’inizio o inserirlo dopo», spiega Rossi) e si gioca una maglia con Crimi, il secondo dovrebbe partire dall’inizio dopo la panchina di Roma, o dietro a Brienza e Falco o in coppia con uno tra Mancosu e Acquafresca.
L’importante è non essere remissivi contro il Sassuolo: «Voglio più intraprendenza e meno preoccupazione rispetto alla partita di Roma», attacca Rossi, che aspetta la fine del mercato per capire come plasmare la sua squadra dalla cintola in su. «Il Sassuolo ha fatto un percorso importante, prima salvandosi in serie A, poi facendo una buona stagione e infine, quest’estate, inserendo 2-3 giocatori di valore in un telaio già collaudato».
Il piano è similare a quello che vuole attuare questo Bologna, che oggi vivrà in questo insolito derby da sfavorito il debutto di fronte ai suoi tifosi. La curva Bulgarelli è esaurita e la speranza è quella di superare i 15.000 spettatori, a cui Rossi manda un ultimo messaggio, molto chiaro: «Faremo il massimo per essere degni della città e del blasone del club». Tornare ad essere capoluogo, anche nel calcio, sarebbe un buon viatico.