LA CRISI CHIUDE LUDOVICO ERA IL PAESE DEI BALOCCHI
Colpa di burocrazia e mancati pagamenti. A casa 13 dipendenti
Chiude Ludovico, storico negozio di giocattoli che ha progettato anche asili nido nel resto d’Italia, chiude. Lascia a casa 13 dipendenti.
Il paese dei Balocchi non esiste, lo sappiamo. Ma a Bologna dal 1994 c’è un negozio che ha realizzato i sogni di tanti bambini. Se abbiamo rinunciato a credere nelle favole da molto tempo, da fine anno dovremo rinunciare anche a Ludovico. Storico negozio di giochi e arredamento per l’infanzia che negli anni si è specializzato nella progettazione di arredi ospedalieri, come nel caso del progetto del day hospital e del reparto di pediatria infantile del Rizzoli, vincitore quattro anni fa del «Premio infanzia dell’Università di Bologna». Tredici le persone che da dicembre perderanno il lavoro, sette soci che prestavano manodopera in negozio e sei dipendenti, in maggioranza donne con uno o due figli a carico, da sempre nell’azienda di via Emilia Ponente.
Marco Guerra, socio titolare e studioso di materiale didattico per l’infanzia dal 1985 è rassegnato: «Chiudiamo entro l’anno per una somma di fattori». Dal 2014, spiega il Signor Guerra, il Ministero della Ricerca e dell’Università ha tagliato le risorse dedicate al materiale didattico per le scuole dell’infanzia e primarie passando dai 560 milioni messi a disposizione per carte geografiche, lavagne e altro nel 2005, agli zero euro di oggi. In secondo luogo c’è il problema dei mancati pagamenti: «Il ritardo degli emolumenti da parte della pubblica amministrazione in primis: non è vero che hanno accorciato i tempi, noi stiamo ancora aspettando questi soldi — è amareggiato Guerra — e il mancato pagamento da parte della società di servizi del comune di Roma. Dopo tre anni non abbiamo ancora visto un euro!».
«Poi ci sarebbe un terzo fattore determinante...» e a questo punto la rassegnazione del titolare fa spazio alla rabbia. «Il degrado della burocrazia del Comune di Bologna, dovuta a dirigenti senza competenze, che hanno indetto una gara d’appalto triennale per le risorse didattiche scolastiche e per l’infanzia senza definire il capitolato». In pratica manca la descrizione dei materiali, delle dimensioni dei giochi e degli strumenti didattici. Non si tratta di un dettaglio in un settore in cui oltre alla qualità dei materiali è importante anche la sicurezza. Un sonaglio per bambini non è semplice da costruire e puntare al risparmio fa si che si debba rinunciare alla sicurezza ragiona Guerra: «Bisogna usare la stoffa, che come dimostrano studi di pedagoghi è rassicurante per i bambini, e legno perché è il materiale più sicuro. Ma verrà scelto il prodotto minimo, magari fatto da manodopera sfruttata, mentre noi garantivamo anche l’eticità del nostro prodotto». «La burocrazia vuole banalizzare il lavoro dei pedagoghi per semplificarsi il lavoro» è l’amara conclusione del titolare di Ludovico.
Affiorano i ricordi di tutti i progetti realizzati a livello nazionale, Ludovico, non è solo un azienda bolognese, il suo raggio d’azione toccava Torino, dove ha realizzato il nido del grattacielo progettato da Renzo Piano; L’Aquila, per i cui terremotati aveva donato, grazie a Tim, un altro asilo. E ancora Napoli, Roma, Milano, dove ha costruito per la Marcegaglia un’altra struttura per l’infanzia e Catania. Tutto questo non ci sarà più. Se ne va un’altra parte importante dell’economia cittadina e nazionale, un patrimonio di conoscenze viene annullato, svenduto come i mobili in negozio nella vendita straordinaria che è stata organizzata dall’1 al 26 settembre.