La passeggiata della Fortitudo a Legnano
Finisce 67-76 per la Fortitudo. È il secondo trionfo esterno consecutivo dopo Verona
LEGNANO (MI) Una passeggiata di salute, quella della Fortitudo a Legnano. Al punto da chiedersi quanto ci sia di meriti suoi e quante colpe di un’avversaria in rottura prolungata. In testa dall’inizio alla fine, l’Aquila in Lombardia produce una partita solida e vince 67-76, con un’autorità che va molto al di là dello scarto finale, al punto da dare l’impressione che sia stato tutto fin troppo facile.
Ma una vittoria in trasferta è pur sempre una vittoria in trasferta, quindi ci sta che Boniciolli esulti («Eravamo finalmente al completo e si è visto») per questa battaglia di Legnano che i suoi hanno avuto il merito di rendere molto più facile di quel che si temeva. Un primo quarto perfetto o quasi (30 punti segnati, 5/7 da due, 4/6 da tre), un secondo di minor qualità ma comunque sul pezzo per contenere il ritorno di fiamma avversario, qualche pasticcio nel terzo ma poi grande lucidità per amministrare bene il quarto. Così la Effe si riprende fuori casa quel che aveva perso per strada in casa, con Trieste, e torna a sentirsi forte ed ambiziosa.
Dopo Verona è la seconda vittoria esterna in fila, il complesso della trasferta sembra ormai superato mentre il bilancio in classifica dopo due terzi di stagione regolare (11-9) si fa decisamente positivo.
E un posto ai playoff torna ad essere l’obiettivo di minima. Vantaggio già in doppia cifra (6-16) dopo 5 minuti con molti canestri facili, o resi tali dalla buona circolazione: si capisce subito che l’Eternedile ne ha di più dei Knights, sul piano tecnico, fisico e anche della tenuta mentale.
Quando Montano completa un gioco da 4 punti la Effe scappa già a +12, ma quello resterà a lungo il vantaggio massimo. Per Legnano (pienone, maglie da gioco celebrative, sfilata di figuranti in costume, diretta Sky, spettacolo e civiltà) è un evento, la squadra prova ad onorarlo mettendoci orgoglio, ma non basta per andare oltre i suoi chiari limiti tecnici. 23-30 il primo quarto, i biancorossi tornano a -3 nel secondo, sono a -8 all’intervallo (37-45), stanno in piedi anche un po’ per caso, con due triple dell’Ave Maria trovate in tuffo da Palermo (15, il migliore dei suoi) nel terzo.
La Fortitudo scherza un po’ col fuoco, non riesce a dare il colpo di grazia a un’avversaria che sembra sempre più di là che di qua, ma che resta viva anche grazie alle disattenzioni dei blu. Che sprecano parecchio: due antisportivi ravvicinati fruttano appena 1 punto, molti errori dalla lunetta (ma alla fine è 19/27, cioè un passabile 70%), 18 perse, anche se a rimbalzo il dominio è netto: 32-42, con 13 offensivi.52-61 alla terza boa, ancora antisportivo contro i locali ma questa volta Flowers ne cava 4 punti, porta i suoi a + 17 e di fatto chiude la pratica già a 7 minuti dalla fine.
Ormai si sente cantare solo la Fossa, Legnano scivola passivamente verso la nona sconfitta consecutiva. L’unico patema è per una rovinosa caduta di Daniel nel finale, sulle prime sembra serissima ma il centrone si rialza ed esce tranquillo col ghiaccio sul gomito. È proprio un nuovo ciclo: chiusa l’era delle sconfitte esterne, sembra finita anche la maledizione degli infortuni.