Corriere di Bologna

CHI HA PAURA DELL’UOMO NERO?

- di Luca Bottura

Chi ha paura dell’uomo nero Paponi, e se avessimo sbagliato noi? E se fosse stato un errore cederlo? Non potevamo aspettare ancora un po’? La domanda sorge spontanea dopo il partitone di Mbaye contro la Fiorentina. Partitone, ovviamente, se rapportato al rendimento di Mbaye fino ad ora.

Per fare un parallelo, quello per il suo decorosiss­imo match è lo stesso entusiasmo di papà Vieri quando il figlio imparò finalmente la lettera «C». Al liceo. Però, dai. In difesa gli scappavano tutti, è vero. In via De Coubertin ha appena aperto un piccolo emporio con tutti i palloni che il vecchio Ibrahim ha sparato in tribuna. Ma le galoppate sulla fascia, il passaggio del gol, i tre passaggi giusti in fila, hanno scolpito su erba una piccola verità: in questo Bologna può giocare quasi chiunque. Perché Donadoni è stato capace di mettere il fiocco anche ai non rari pacchi di Corvino. Che pure ne ha prese diverse, ormai si può dire. Ha costruito una squadra che aspettava principalm­ente chi sapesse darle gambe e forza interiore. È il motivo per cui ci meritiamo la parte sinistra. E per cui una telefonata in Figc risulta non rimandabil­e. Di che tipo? Beh, a Frosinone ci hanno proprio preso a fischiate in faccia per tutto l’incontro. E ieri, tra un millimetro e l’altro, siamo finiti in fuorigioco che non c’erano in almeno quattro occasioni. Che per uno come Destro è la differenza tra una doppietta e un 5,5. Ora che persino Mbaye s’è acceso, esiste un modo per farci anche solo vagamente rispettare? E non lo dico solo perché tra due partite c’è la Juve. Lo dico solo per questo.

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