INDUSTRIA GIOCARE D’ATTACCO
Trovato l’accordo, restano in gioco le competenze di uomini e donne che hanno nel tempo contribuito all’affermazione della Saeco. Facendo leva sul capitale umano disponibile, il suo rilancio esige di giocare all’attacco. Come dire che il lavoro di domani nell’azienda di Gaggio Montano produttrice di macchine per il caffè dipende anche (non solo) dalla capacità di creare imprenditorialità dentro la Saeco e nella sua sfera d’influenza. Le crisi aziendali di oggi, infatti, sono un pezzo di un grande puzzle che ha il nome di «Industria 4.0». È questa la grande trasformazione della produzione industriale innescata da un ventaglio di tecnologie. Si va dai robot autonomi all’internet delle cose; da un’estesa, variegata e veloce raccolta elettronica di dati (i «big data») alla disponibilità di dati su domanda via internet (la «nuvola informatica») e alla produzione di particolati finiti e funzionali attraverso strati di materiali successivi (il «3D Printing»). Secondo il Boston Consulting Group, società di consulenza internazionale per le strategie aziendali, l’impatto dell’Industria 4.0 sarà significativo.
InGermania la nuova era potrebbe creare in dieci anni fino a 390 mila posti di lavoro. La domanda cui rispondere, dunque, è la seguente: l’Industria 4.0 è un’opportunità per la Saeco, e a quali condizioni? I suoi dipendenti possono contare sul proprio capitale d’istruzione e di esperienza, su quello reputazionale e relazionale maturati negli anni. Non hanno invece il capitale finanziario, pur essendo titolari di interessi nell’impresa che li ha assunti. Come diffondere allora la proprietà delle nuove tecnologie dell’Industria 4.0 affinché i suoi vantaggi finanziari possano essere più equamente distribuiti?
Orsono trent’anni, la crisi industriale del settore tessile in Francia fu l’occasione per varare nelle aziende colpite programmi di spin-off imprenditoriale. Ai lavoratori interessati a una nuova sfida, le imprese resero disponibili capitali finanziari e relazioni con i clienti per la nascita di startup che potessero prendere la rincorsa sfruttando il vento delle nuove tecnologie. Il gioco d’attacco che propongo richiede di investire in un «dividendo spin-off». Con a Gaggio Montano il centro di ricerca voluto dalla Philips, la formazione volontaria d’imprenditorialità potrebbe perfino far cresce di dimensione la Saeco che assumerebbe la configurazione di una rete di «imprese 4.0» per sviluppare prodotti e mercati nuovi, con ricadute positive sul versante dell’occupazione. Nei decenni passati, in Emilia-Romagna il 50% circa delle imprese ha avuto esperienze di spin-off che hanno coinvolto mediamente 4 dipendenti per azienda per un totale pari al 2,2% dello stock di occupazione, con una potenzialità, nell’arco di un decennio, di diecimila nuove figure imprenditoriali e di cinquantamila posti di lavoro in più nella sola industria manifatturiera della regione. È tempo di rinverdire tale tradizione.