Corriere di Bologna

Quando 50 anni fa Sanremo incontrò Lucio

Oggi il via al Festival a 50 anni dall’esordio del cantautore con Paff...Bum!

- di Francesca Blesio

È il 1966. È la stagione del beat. I Beatles hanno cambiato spartiti e mode. A Bologna suonano i Jaguars e i Judas, a Parma i Corvi, a Modena i Nomadi e l’Equipe 84. Sul palco del Casinò municipale di Sanremo il 27, 28 e 29 gennaio si tiene il Festival della Canzone italiana. Vi partecipa un bolognese con la barba lunga. Porta una canzone non proprio sanremese, in abbinament­o con gli Yardbirds. Il testo è di Sergio Bardotti, la musica è di Gian Franco Reverberi. A intonarla è un giovanissi­mo Lucio Dalla. Non ha ancora compiuto 23 anni. Nonostante l’età è già un navigato strumentis­ta di fisarmonic­a e clarinetto, quando debutta come cantante al Festival. Lo fa cantando

Paff…Bum. È il suo esordio a

Sanremo.

Le vendite non all’altezza delle aspettativ­e del Sanremo precedente, spingono l’organizzaz­ione del Festival a intervenir­e puntando sugli assi della canzone. Non Dalla, non lo è ancora. Piuttosto Domenico Modugno, Adriano Celentano, Gigliola Cinquetti, Caterina Caselli, Claudio Villa. Gli Yardbirds, che suonano con il giovane Lucio, in quel momento sono un gruppo celeberrim­o però, quasi al pari dei Rolling Stones. E proprio a Get off my

cloud degli Stones somiglia la canzone che intona Dalla. Se ne accorgono gli Yardbirds, non gli altri. Non arriva lo stesso in finale Paff…Bum!. E finisce nel suo terzo 45 giri da solista. Dalla tornò al Festival altre 3 volte da interprete (1967, 1971, 1972), due da ospite (2000, 2009), una come direttore (e autore) di Nanì, interpreta­ta da Pierdavide Carone. Fu l’ultima volta che l’Italia lo vide in diretta tv. Scomparve pochi giorni dopo. Era il 2012. Qui gli hanno dedicato una sala al Palafiori, dopo la sua scomparsa. «Lo ricorderem­o, come no», assicurava ieri Carlo Conti. «Gli Stadio porteranno una sua canzone nella serata delle cover». Gaetano Curreri intonerà La sera dei miracoli che Dalla incise nel 1980. Mentre l’altro bolognese (d’adozione) in gara, Neffa, suonerà O’ sarracino di Renato Carosone. Meno fortuna ebbe la prima canzone che Dalla portò a Sanremo, con quell’originale barbone. Caterina Caselli, che anche oggi è al Festival ma come produttric­e, nel ‘66 aveva il suo celebre casco d’oro. Sfiorò la vittoria finendo seconda con

Nessuno mi può giudicare. Vinsero Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti con Dio come ti amo. Come detto, Lucio Dalla non si fermò a Paff…

Bum!. Tornò l’anno dopo con i Rokes e Bisogna saper perdere. Nel festival funestato dalla tragica notizia della morte di Tenco, Dalla arriva sesto.

È il 1971, invece, l’anno del successo. Non vince Dalla, arriva terzo, ma una sua canzone entra nelle vite degli Italiani e non ne esce più. È 4/3/1943. Paola Pallottino che ne scrive

L’omaggio Nella serata dedicata alle cover gli Stadio intonerann­o «La sera dei miracolo»

le parole, deve adeguare il testo e cambiare certi versi per non urtare la sensibilit­à del pubblico. E così al posto di «adesso che bestemmio» Dalla canta «adesso che gioco a carte», mentre i «ladri e le puttane» si trasforman­o per il Festival in «la gente del porto». Nel ‘ 72 arriverà poi Piazza

Grande. Giovedì qui si tornerà a suonare la sua musica. Non sarà lo stesso di ascoltarlo dal vivo, ma sarà bello.

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Bianco e nero Lucio Dalla sul palco del Casinò Municipale di Sanremo nel 1966 (foto Olycom)

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