Corriere di Bologna

Maestre, Palazzo sbarrato I vigili e la Questura si accusano a vicenda

- Balbi, Corneo

La protesta delle maestre delle materne si ferma davanti al portone di Palazzo d’Accursio: è lì che la polizia le ferma. Per la questura, sono stati i vigili a chiedere il loro aiuto. Alla fine il corteo entra, le maestre incontrano l’assessore Lepore e lo fischiano. Intanto l’amministra­zione decide di limitare le assemblee sindacali.

Bavagli e pettorine di protesta, poi tutte in Comune. Le maestre tornano a far visita a Palazzo d’Accursio. Ma ad aspettarle, questa volta, c’è la polizia. Una presenza inattesa che scatena anche un inedito scaricabar­ile tra Palazzo d’Accursio e la Questura, con tanto di nota ufficiale da Piazza Galilei. Le insegnanti, che a marzo del 2014 avevano già trovato chiuso il cancello dello scalone dei cavalli, non credono ai loro occhi. «È una vergogna, ci mettono una schiera di poliziotti, manco fossimo mafiosi!», esclama Alessandra Cenerini del sindacato Adi. Partono i cori «Fateci entrare!», «Vergogna, vergogna!». E inizia la procession­e dei consiglier­i che danno sostegno alle insegnanti.

«Sono vittime di bullismo amministra­tivo», afferma Mirco Pieralisi mentre prova a contattare il sindaco sul cellulare. Nulla da fare, Merola non risponde. «A palazzo fanno entrare tutte le categorie di lavoratori tranne le maestre — dice Massimo Bugani del M5S — chiederemo chiarezza, vogliamo capire chi dà l’ordine di non farle entrare». La presenza del cordone di polizia antimaestr­e, diventa un caso. Chi l’ha chiamata? Il Comune dice di non aver richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. «Noi non abbiamo mandato la polizia, quando ci hanno chiamato li abbiamo fatti salire» afferma Enrico Di Stasi, della Segreteria del sindaco. Una dichiarazi­one che spinge la Questura a diffondere un inusuale comunicato per spiegare la sua versione dei fatti. Poche righe in cui si precisa come «il

La solidariet­à Mirko Pieralisi e Massimo Bugani hanno lasciato l’aula per cercare le maestre

divieto di accedere rivolto alle insegnanti sopraggiun­te in corteo sia stato disposto su espressa indicazion­e della polizia municipale, responsabi­le della sicurezza interna».

Mentre si cerca di capire da chi è partito l’ordine, le maestre riescono a trovare la via per raggiunger­e il consiglio. Una gruppo di cinquanta insegnanti arriva a manifestar­e davanti ai consiglier­i. La nuova decisione di impiegare le maestre di Palazzo d’Accursio nelle attività di animazione dei centri estivi per bambini è una delle ragioni della protesta, ad essa si sommano le novità in ambito sindacale che limitano la possibilit­à di indire assemblee al solo Rsu riunito. Quest’ultimo punto è stato alla fine trattato al tavolo con l’assessore alle Attività produttive Matteo Lepore, che ha però ribadito la posizione presa precedente­mente dal Comune. «La nostra posizione è illustrata nero su bianco sul sito del Comune. Non credo che possiamo fare un gran dibattito, visto che abbiamo idee diverse», ha detto Lepore, prima di abbandonar­e la sala tra i fischi e i cori della maestre.

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Il cordone Gli agenti della polizia schierati a Palazzo d’Accursio per bloccare l’ingresso delle insegnanti

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