UNIONI CIVILI E CAMBI DI POSTO
Nel Pd tutti favorevoli alle coppie omo, ma Sangalli e Benamati frenano sui figli Cinque Stelle compatti pro Ddl. Anche Bernini di Forza Italia non lo boccia
Isenatori
bolognesi alla prova del voto oggi in aula sul Ddl Cirinnà. I deputati aspettano il testo alla Camera. Tra dubbi in casa Pd del senatore Giancarlo Sangalli e del deputato Gianluca Benamati sulla stepchild adoption, alla sorpresa di Forza Italia, al sì compatto dei Cinque Stelle: ecco come voteranno gli eletti.
Oggi in Senato si riapre la discussione sul ddl Cirinnà sulle unioni civili e c’è attesa per le votazioni più importanti (quella sull’articolo 3 che disciplina i diritti e i doveri della coppia e soprattutto quella dell’articolo 5 sulla stepchild adoption): abbiamo chiesto ai senatori eletti a Bologna come voteranno su quella che rischia di essere la legge più importante della legislatura, almeno dal punto di vista simbolico e dei diritti civili. La stessa domanda, anche se per loro la decisione potrà essere più meditata, l’abbiamo fatto ai deputati.
Cominciamo dal Partito democratico, che ha proposto la nuova legge. Sul sì alle unioni civili c’è l’unanimità, ma a dividere o, se si preferisce, a lacerare le coscienze, c’è il tema della stepchild adoption, in pratica la possibilità di adottare il figlio del compagno all’interno della coppia omosessuale.
Tra i senatori del Pd voteranno a favore di tutto il pacchetto Claudio Broglia e Francesca Puglisi; mentre a Sergio Lo Giudice, presidente onorario dell’Arcigay che ha dedicato buona parte della sua vita politica a questa battaglia, non c’è nemmeno bisogno di fare la domanda. Critico invece il senatore pd Giancarlo Sangalli: «Sono favorevole alle unioni civili ma sulla stepchild adoption credo che un’ulteriore riflessione sarebbe utile. Andrebbero delimitati bene gli aspetti e troverei consigliabile una delega al governo a una legislazione più specifica». Il fatto è che al momento il Ddl Cirinnà è un pacchetto unico, prendere o lasciare e dunque, salvo emendamenti, chi è contrario a una parte è contrario a tutto il provvedimento. Come voterà alla fine? «Vediamo come arriva il testo in aula», si tiene largo Sangalli.
Ma il dubbio fra i Democratici serpeggia anche tra i banchi della Camera. «Io avrò più tempo per riflettere — spiega il deputato cattolico Gianluca Benamati — e certamente sono a favore delle unioni civili mentre sulle adozioni la mia preoccupazione è di come fare in modo di non dare il via indirettamente alla pratica dell’utero in affitto o della maternità surrogata, il testo lascia delle ambiguità, ci vuole molta attenzione a come viene scritto». Il resto della truppa Pd non dovrebbe avere problemi: «Non so ancora che testo arriverà in aula — precisa la deputata pd Donata Lenzi — ma il mio orientamento è per il sì». Voteranno sì anche la deputata cattolica e prodiana Sandra Zampa, Marilena Fabbri, Ernesto Carbone. Motiva il suo sì al Ddl Cirinnà Paolo Bolognesi e lo fa in chiave filosofica: «La felicità è una ricerca a cui l’uomo deve sempre tendere e questo deve valere per tutti». Carlo Galli che ha lasciato il Pd per aderire a Sinistra Italiana è orientato a votare la legge ma a una precisa condizione: «Il mio voto ci sarà se il Ddl non sarà troppo depotenziato».
Che la legge sulle unioni civili sia trasversale agli schieramenti lo dimostrano le scelte dei due parlamentari bolognesi di Forza Italia. Il deputato Massimo Palmizio è in linea con la maggioranza del centrodestra: sì alle unioni civili, no alle adozioni. Ma la senatrice di Forza Italia Anna Maria Bernini potrebbe votare sì a tutto il Ddl: «Sono favorevole alle unioni civili, questo testo è orribile ma non prevede l’utero in affitto. Potrei votare il Ddl solo per fissare un punto di avanzamento sui diritti nel nostro Paese, come in Europa».
Il senatore di Alleanza Popolare Luigi Marino è invece favorevole alle unioni civili ma è nettamente contrario alla stepchild adoption, «una convinzione che ho maturato da tempo».
Nella pattuglia dei Cinque Stelle e degli ex Cinque Stelle c’è invece una totale unanimità: tutti voteranno sì. Al Senato ormai ci sono solo ex: Michela Montevecchi voterà sì e lo stesso farà Adele Gambaro, oggi nel gruppo di Denis Verdini.
Gli ultimi due pentastellati rimasti con Grillo e Casaleggio sono invece alla Camera e dunque avranno più tempo per riflettere. Ma né Matteo dell’Osso, né Paolo Bernini hanno dubbi: voteranno sì alla legge in tutte le sue parti. Detta in altre parole: la decisione di Beppe Grillo, che gli è costata non poche critiche, di lasciare libertà di coscienza su questo voto è stata una prudenza inutile, almeno per i Cinque Stelle bolognesi.
Sangalli Sono favorevole alle unioni ma sulla stepchild adoption credo sia utile un’ulteriore riflessione