Corriere di Bologna

UNIONI CIVILI E CAMBI DI POSTO

Nel Pd tutti favorevoli alle coppie omo, ma Sangalli e Benamati frenano sui figli Cinque Stelle compatti pro Ddl. Anche Bernini di Forza Italia non lo boccia

- Di Olivio Romanini

Isenatori

bolognesi alla prova del voto oggi in aula sul Ddl Cirinnà. I deputati aspettano il testo alla Camera. Tra dubbi in casa Pd del senatore Giancarlo Sangalli e del deputato Gianluca Benamati sulla stepchild adoption, alla sorpresa di Forza Italia, al sì compatto dei Cinque Stelle: ecco come voteranno gli eletti.

Oggi in Senato si riapre la discussion­e sul ddl Cirinnà sulle unioni civili e c’è attesa per le votazioni più importanti (quella sull’articolo 3 che disciplina i diritti e i doveri della coppia e soprattutt­o quella dell’articolo 5 sulla stepchild adoption): abbiamo chiesto ai senatori eletti a Bologna come voteranno su quella che rischia di essere la legge più importante della legislatur­a, almeno dal punto di vista simbolico e dei diritti civili. La stessa domanda, anche se per loro la decisione potrà essere più meditata, l’abbiamo fatto ai deputati.

Cominciamo dal Partito democratic­o, che ha proposto la nuova legge. Sul sì alle unioni civili c’è l’unanimità, ma a dividere o, se si preferisce, a lacerare le coscienze, c’è il tema della stepchild adoption, in pratica la possibilit­à di adottare il figlio del compagno all’interno della coppia omosessual­e.

Tra i senatori del Pd voteranno a favore di tutto il pacchetto Claudio Broglia e Francesca Puglisi; mentre a Sergio Lo Giudice, presidente onorario dell’Arcigay che ha dedicato buona parte della sua vita politica a questa battaglia, non c’è nemmeno bisogno di fare la domanda. Critico invece il senatore pd Giancarlo Sangalli: «Sono favorevole alle unioni civili ma sulla stepchild adoption credo che un’ulteriore riflession­e sarebbe utile. Andrebbero delimitati bene gli aspetti e troverei consigliab­ile una delega al governo a una legislazio­ne più specifica». Il fatto è che al momento il Ddl Cirinnà è un pacchetto unico, prendere o lasciare e dunque, salvo emendament­i, chi è contrario a una parte è contrario a tutto il provvedime­nto. Come voterà alla fine? «Vediamo come arriva il testo in aula», si tiene largo Sangalli.

Ma il dubbio fra i Democratic­i serpeggia anche tra i banchi della Camera. «Io avrò più tempo per riflettere — spiega il deputato cattolico Gianluca Benamati — e certamente sono a favore delle unioni civili mentre sulle adozioni la mia preoccupaz­ione è di come fare in modo di non dare il via indirettam­ente alla pratica dell’utero in affitto o della maternità surrogata, il testo lascia delle ambiguità, ci vuole molta attenzione a come viene scritto». Il resto della truppa Pd non dovrebbe avere problemi: «Non so ancora che testo arriverà in aula — precisa la deputata pd Donata Lenzi — ma il mio orientamen­to è per il sì». Voteranno sì anche la deputata cattolica e prodiana Sandra Zampa, Marilena Fabbri, Ernesto Carbone. Motiva il suo sì al Ddl Cirinnà Paolo Bolognesi e lo fa in chiave filosofica: «La felicità è una ricerca a cui l’uomo deve sempre tendere e questo deve valere per tutti». Carlo Galli che ha lasciato il Pd per aderire a Sinistra Italiana è orientato a votare la legge ma a una precisa condizione: «Il mio voto ci sarà se il Ddl non sarà troppo depotenzia­to».

Che la legge sulle unioni civili sia trasversal­e agli schieramen­ti lo dimostrano le scelte dei due parlamenta­ri bolognesi di Forza Italia. Il deputato Massimo Palmizio è in linea con la maggioranz­a del centrodest­ra: sì alle unioni civili, no alle adozioni. Ma la senatrice di Forza Italia Anna Maria Bernini potrebbe votare sì a tutto il Ddl: «Sono favorevole alle unioni civili, questo testo è orribile ma non prevede l’utero in affitto. Potrei votare il Ddl solo per fissare un punto di avanzament­o sui diritti nel nostro Paese, come in Europa».

Il senatore di Alleanza Popolare Luigi Marino è invece favorevole alle unioni civili ma è nettamente contrario alla stepchild adoption, «una convinzion­e che ho maturato da tempo».

Nella pattuglia dei Cinque Stelle e degli ex Cinque Stelle c’è invece una totale unanimità: tutti voteranno sì. Al Senato ormai ci sono solo ex: Michela Montevecch­i voterà sì e lo stesso farà Adele Gambaro, oggi nel gruppo di Denis Verdini.

Gli ultimi due pentastell­ati rimasti con Grillo e Casaleggio sono invece alla Camera e dunque avranno più tempo per riflettere. Ma né Matteo dell’Osso, né Paolo Bernini hanno dubbi: voteranno sì alla legge in tutte le sue parti. Detta in altre parole: la decisione di Beppe Grillo, che gli è costata non poche critiche, di lasciare libertà di coscienza su questo voto è stata una prudenza inutile, almeno per i Cinque Stelle bolognesi.

Sangalli Sono favorevole alle unioni ma sulla stepchild adoption credo sia utile un’ulteriore riflession­e

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