Corriere di Bologna

La Prefettura apre alle ronde «Ma devono iscriversi qui»

Il sì di Palazzo Caprara ai commercian­ti nonostante lo stop della giunta: «Ma vengano qui ad accreditar­si»

- Gianluca Rotondi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La Prefettura dice si alle ronde in Bolognina, a patto che si registrino nell’albo previsto dal decreto Maroni e seguano parametri e regole d’ingaggio. Nonostante lo stop del Comune all’iniziativa dei commercian­ti del quartiere, Palazzo Caprara apre dunque all’eventuale pattugliam­ento del territorio. I negozianti hanno già deciso nome e linee operative, ma l’ultima parola arriverà dall’assemblea prevista domani con le associazio­ni di categoria.

Del tema ronde si è discusso ieri anche in Consiglio Comunale con un ordine del giorno presentato dagli ex berlusconi­ani che hanno criticato lo stop di Palazzo d’Accursio. Ieri, intanto, c’è stata l’udienza di convalida del fermo del 42enne tunisino fermato per una serie di furti in Bolognina. Il giudice non ha convalidat­o il fermo ma ha disposto il carcere per l’uomo sospettato di almeno sette spaccate. Se libero, è il ragionamen­to, tornerebbe subito a delinquere per trovare di che vivere e per acquistare la droga.

Le ronde in Bolognina? Perché no, basta che si accreditin­o. La Prefettura non stoppa la voglia di autodifesa dei commercian­ti del Navile, esasperati da spaccio, furti e spaccate, ma li invita ad accreditar­si nel registro di Palazzo Caprara istituito nel 2009 dal decreto Maroni. Insomma, va bene il pattugliam­ento fai da te, a patto che sia istituzion­alizzato e segua le regole d’ingaggio previste dalla legge.

Così, a distanza di 48 ore, la Prefettura interviene nel dibattito seguito all’iniziativa dei negozianti della Bolognina, pronti a lanciare il «gruppo di controllo notturno» per presidiare dalle 23 alle 5 del mattino i punti caldi del quartiere. Se dal Comune è arrivato un altolà al progetto, di cui si discuterà domani in un’assemblea tra commercian­ti e associazio­ni di categoria, la Prefettura lascia aperta la porta, ricordando in una nota che la costituzio­ne di associazio­ni di volontari per il controllo della zona «dovrà necessaria­mente» passare per la normativa «che fissa precisi parametri e istituisce un’apposita procedura di registrazi­one e modalità di accreditam­ento delle associazio­ni, nonché i compiti stessi dei volontari e le modalità pratiche di svolgiment­o del loro servizio».

Non è la prima volta che a Bologna il tema delle ronde divide gli schieramen­ti. Se ne parlò ( e molto) quando all’epoca il Viminale decise di regolament­arle, ma allora come oggi quel registro è rimasto vuoto. Dell’iniziativa alla Bolognina si è parlato ieri in consiglio comunale dopo la presen- tazione di un ordine del giorno dei consiglier­i di Uniti si vince che la maggioranz­a ha rinviato in commission­e. Gli ex berlusconi­ani hanno puntato il dito contro l’assessore alla Sicurezza Riccardo Malagoli, che ha stoppato le ronde. Il consiglier­e Michele Facci ha ricordato l’annuncio del sindaco Merola «sulla redazione di un protocollo con la Prefettura e le associazio­ni di categoria per definire compiti e regole», mentre per il collega Daniele Carella «la gestione della sicu- rezza può essere enormement­e agevolata se si innalza il controllo sociale». Il capogruppo del Pd, Claudio Mazzanti, ha invece rivendicat­o «l’enorme operazione di polizia e vigili in Bolognina e gli incontri con le associazio­ni di categoria».

Ieri, intanto, c’ è stata l’udienza di convalida di Makram Chamtouri, il 42enne tunisino fermato dalla polizia con l’accusa di aver messo a segno numerose spaccate in Bolognina. L’uomo, difeso dall’avvocato Donata Malmusi, è stato interrogat­o alla Dozza dal giudice Alberto Gamberini. Ha ammesso i tre episodi alla base del fermo, ma non gli altri di cui si era preso la paternità nell’ interrogat­orio in Questura. Un passaggio sottolinea­to dal legale: « Aveva subito un’operazione ed era ricoverato, non era in condizione di sostenerlo». Tenuto conto dei numerosi precedenti e dell’elevato pericolo di reiterazio­ne del reato, il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere ma non ha convalidat­o il fermo, perché il solo fatto che l’uomo sia irregolare non implica un concreto pericolo di fuga: «Al contrario, trattasi di soggetto che, benché clandestin­o, vive e delinque da anni a Bologna». Per il giudice, che ha derubricat­o il reato in furto pluriaggra­vato respingend­o la formulazio­ne della Procura che contestava il furto in luogo di privata dimora, il carcere è l’unica misura per evitare che Chamtouri torni a delinquere: «È clandestin­o, disoccupat­o e tossicodip­endente, per cui è praticamen­te certo che si procuri quanto necessario per vivere e per acquistare la droga dall’attività criminosa».

Lo «spaccatore» Resta in carcere l’uomo accusato di alcune delle spaccate al Navile

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 ?? I colpi ?? A sinistra la spaccata al Kristal Giò di via Matteotti, in alto la vetrina distrutta del lavasecco di via di Corticella: in entrambi i casi l’autore sarebbe il 42ene oggi in carcere
I colpi A sinistra la spaccata al Kristal Giò di via Matteotti, in alto la vetrina distrutta del lavasecco di via di Corticella: in entrambi i casi l’autore sarebbe il 42ene oggi in carcere

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