La Prefettura apre alle ronde «Ma devono iscriversi qui»
Il sì di Palazzo Caprara ai commercianti nonostante lo stop della giunta: «Ma vengano qui ad accreditarsi»
La Prefettura dice si alle ronde in Bolognina, a patto che si registrino nell’albo previsto dal decreto Maroni e seguano parametri e regole d’ingaggio. Nonostante lo stop del Comune all’iniziativa dei commercianti del quartiere, Palazzo Caprara apre dunque all’eventuale pattugliamento del territorio. I negozianti hanno già deciso nome e linee operative, ma l’ultima parola arriverà dall’assemblea prevista domani con le associazioni di categoria.
Del tema ronde si è discusso ieri anche in Consiglio Comunale con un ordine del giorno presentato dagli ex berlusconiani che hanno criticato lo stop di Palazzo d’Accursio. Ieri, intanto, c’è stata l’udienza di convalida del fermo del 42enne tunisino fermato per una serie di furti in Bolognina. Il giudice non ha convalidato il fermo ma ha disposto il carcere per l’uomo sospettato di almeno sette spaccate. Se libero, è il ragionamento, tornerebbe subito a delinquere per trovare di che vivere e per acquistare la droga.
Le ronde in Bolognina? Perché no, basta che si accreditino. La Prefettura non stoppa la voglia di autodifesa dei commercianti del Navile, esasperati da spaccio, furti e spaccate, ma li invita ad accreditarsi nel registro di Palazzo Caprara istituito nel 2009 dal decreto Maroni. Insomma, va bene il pattugliamento fai da te, a patto che sia istituzionalizzato e segua le regole d’ingaggio previste dalla legge.
Così, a distanza di 48 ore, la Prefettura interviene nel dibattito seguito all’iniziativa dei negozianti della Bolognina, pronti a lanciare il «gruppo di controllo notturno» per presidiare dalle 23 alle 5 del mattino i punti caldi del quartiere. Se dal Comune è arrivato un altolà al progetto, di cui si discuterà domani in un’assemblea tra commercianti e associazioni di categoria, la Prefettura lascia aperta la porta, ricordando in una nota che la costituzione di associazioni di volontari per il controllo della zona «dovrà necessariamente» passare per la normativa «che fissa precisi parametri e istituisce un’apposita procedura di registrazione e modalità di accreditamento delle associazioni, nonché i compiti stessi dei volontari e le modalità pratiche di svolgimento del loro servizio».
Non è la prima volta che a Bologna il tema delle ronde divide gli schieramenti. Se ne parlò ( e molto) quando all’epoca il Viminale decise di regolamentarle, ma allora come oggi quel registro è rimasto vuoto. Dell’iniziativa alla Bolognina si è parlato ieri in consiglio comunale dopo la presen- tazione di un ordine del giorno dei consiglieri di Uniti si vince che la maggioranza ha rinviato in commissione. Gli ex berlusconiani hanno puntato il dito contro l’assessore alla Sicurezza Riccardo Malagoli, che ha stoppato le ronde. Il consigliere Michele Facci ha ricordato l’annuncio del sindaco Merola «sulla redazione di un protocollo con la Prefettura e le associazioni di categoria per definire compiti e regole», mentre per il collega Daniele Carella «la gestione della sicu- rezza può essere enormemente agevolata se si innalza il controllo sociale». Il capogruppo del Pd, Claudio Mazzanti, ha invece rivendicato «l’enorme operazione di polizia e vigili in Bolognina e gli incontri con le associazioni di categoria».
Ieri, intanto, c’ è stata l’udienza di convalida di Makram Chamtouri, il 42enne tunisino fermato dalla polizia con l’accusa di aver messo a segno numerose spaccate in Bolognina. L’uomo, difeso dall’avvocato Donata Malmusi, è stato interrogato alla Dozza dal giudice Alberto Gamberini. Ha ammesso i tre episodi alla base del fermo, ma non gli altri di cui si era preso la paternità nell’ interrogatorio in Questura. Un passaggio sottolineato dal legale: « Aveva subito un’operazione ed era ricoverato, non era in condizione di sostenerlo». Tenuto conto dei numerosi precedenti e dell’elevato pericolo di reiterazione del reato, il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere ma non ha convalidato il fermo, perché il solo fatto che l’uomo sia irregolare non implica un concreto pericolo di fuga: «Al contrario, trattasi di soggetto che, benché clandestino, vive e delinque da anni a Bologna». Per il giudice, che ha derubricato il reato in furto pluriaggravato respingendo la formulazione della Procura che contestava il furto in luogo di privata dimora, il carcere è l’unica misura per evitare che Chamtouri torni a delinquere: «È clandestino, disoccupato e tossicodipendente, per cui è praticamente certo che si procuri quanto necessario per vivere e per acquistare la droga dall’attività criminosa».
Lo «spaccatore» Resta in carcere l’uomo accusato di alcune delle spaccate al Navile