Donadoni marca Destro a uomo «Può dare di più»
Dopo il pari nel match con la Fiorentina il mister ha pungolato l’attaccante: «Deve e può dare di più» La strategia del tecnico e le motivazioni del bomber. «Per segnare deve sempre avere la tensione giusta»
Sannino Bisogna farlo sentire importante e poi costringerlo a stare sempre sul pezzo
In taluni momenti è sembrato il Destro dei tempi di Rossi, quello che faceva il compitino senza quella cattiveria che fa da spartiacque tra un attaccante che promette bene e uno che sa fare la differenza. Non a caso lo stesso Donadoni gli ha inviato un messaggio chiaro, «può e deve dare di più, altrimenti so io come marcarlo durante la settimana». Ora, mancando la controprova non potremo mai saperlo, ma a lume di naso siamo certi di fare bingo: con una Fiorentina sulle gambe più del Bologna e con l’uomo in meno ha pesato sulla mancata vittoria rossoblù la serata dispari di questo ragazzo che è sempre stato un punto di riferimento per i difensori viola e che in area di rigore non ha mai preso palla.
Perché non dirlo, per un Bologna che pensa solo alla salvezza è sufficiente anche questo Destro, che alterna partite da attaccante vero ad altre con pochi contenuti tecnici e tattici. Ma è evidente che ci sarà bisogno di un Destro più determinato per ritrovare il Bologna nella facciata sinistra della classifica alla fine dell’annata. Qui non stiamo a parlare di gol segnati ma di lavoro, anche se poi il gol spesso è figlio del lavoro che fai. Approfondiamo il tema: il Bologna non è né la Roma né il Milan, quando giochi in una grande squadra puoi anche pensare ( a torto) di aspettare che il pallone arrivi in area di rigore, ma quando giochi nel Bologna il pallone devi andare a conquistartelo dovunque e devi pensare anche a rincorrere, non solo a correre. Certo, Destro non è quel tipo di attaccante che gioca con e per la squadra (uno alla Floccari, tanto per intenderci), ecco il motivo per il quale deve almeno mettere cattiveria nelle sue giocate. E non sempre lo fa, basta vedere come ha calciato prima il rigore contro il Chievo e poi quello contro la Samp per capire come non sempre giochi con lo spirito giusto.
Va fatta una puntualizzazione: quando Donadoni dice che ci penserà lui a marcarlo durante la settimana non si riferisce tanto alla vita che il ragazzo porta avanti, perché sotto questo profilo Destro è un grande professionista, quanto a come bisogna stargli sempre addosso per pungolarlo, affinchè abbia sempre le giuste motivazioni. Che poi sono quelle che ti consentono di diventare determinante in campo. Questo è sempre stato il suo limite, più o meno apertamente lo hanno evidenziato anche gli allenatori che via via ha avuto e anche gli stessi ct azzurri che lo hanno convocato. Uno di questi è Cesare Prandelli. E ancora: ricordate cosa ci disse qualche mese fa Giuseppe Sannino che lo aveva nel Siena? «Con lui devi usare carota e bastone, la carota perché devi farlo sentire sempre importante, il bastone perché solo così lo costringi a stare sempre sul pezzo e con la testa sul manubrio». E su per giù lo stesso concetto lo mise in piazza Perinetti, che di quel Siena era il direttore generale. «Destro è un grandissimo attaccante ma devi sempre fare in modo che abbia la tensione alta». E il 19 febbraio con la Juve, c’è da giurarlo, Mattia l’avrà: solo ieri sono stati venduti 10.000 biglietti, polverizzando così ogni record degli ultimi 15 anni relativo al primo giorno di prevendita. Sono già esaurite la Curva Bulgarelli, la Curva San Luca (restano biglietti di settore ospiti) e la Tribuna Family: considerando l’attuale capienza ridotta del Dall’Ara restano 5-6.000 biglietti a disposizione.