Corriere di Bologna

Donadoni marca Destro a uomo «Può dare di più»

Dopo il pari nel match con la Fiorentina il mister ha pungolato l’attaccante: «Deve e può dare di più» La strategia del tecnico e le motivazion­i del bomber. «Per segnare deve sempre avere la tensione giusta»

- di Claudio Beneforti

Sannino Bisogna farlo sentire importante e poi costringer­lo a stare sempre sul pezzo

In taluni momenti è sembrato il Destro dei tempi di Rossi, quello che faceva il compitino senza quella cattiveria che fa da spartiacqu­e tra un attaccante che promette bene e uno che sa fare la differenza. Non a caso lo stesso Donadoni gli ha inviato un messaggio chiaro, «può e deve dare di più, altrimenti so io come marcarlo durante la settimana». Ora, mancando la controprov­a non potremo mai saperlo, ma a lume di naso siamo certi di fare bingo: con una Fiorentina sulle gambe più del Bologna e con l’uomo in meno ha pesato sulla mancata vittoria rossoblù la serata dispari di questo ragazzo che è sempre stato un punto di riferiment­o per i difensori viola e che in area di rigore non ha mai preso palla.

Perché non dirlo, per un Bologna che pensa solo alla salvezza è sufficient­e anche questo Destro, che alterna partite da attaccante vero ad altre con pochi contenuti tecnici e tattici. Ma è evidente che ci sarà bisogno di un Destro più determinat­o per ritrovare il Bologna nella facciata sinistra della classifica alla fine dell’annata. Qui non stiamo a parlare di gol segnati ma di lavoro, anche se poi il gol spesso è figlio del lavoro che fai. Approfondi­amo il tema: il Bologna non è né la Roma né il Milan, quando giochi in una grande squadra puoi anche pensare ( a torto) di aspettare che il pallone arrivi in area di rigore, ma quando giochi nel Bologna il pallone devi andare a conquistar­telo dovunque e devi pensare anche a rincorrere, non solo a correre. Certo, Destro non è quel tipo di attaccante che gioca con e per la squadra (uno alla Floccari, tanto per intenderci), ecco il motivo per il quale deve almeno mettere cattiveria nelle sue giocate. E non sempre lo fa, basta vedere come ha calciato prima il rigore contro il Chievo e poi quello contro la Samp per capire come non sempre giochi con lo spirito giusto.

Va fatta una puntualizz­azione: quando Donadoni dice che ci penserà lui a marcarlo durante la settimana non si riferisce tanto alla vita che il ragazzo porta avanti, perché sotto questo profilo Destro è un grande profession­ista, quanto a come bisogna stargli sempre addosso per pungolarlo, affinchè abbia sempre le giuste motivazion­i. Che poi sono quelle che ti consentono di diventare determinan­te in campo. Questo è sempre stato il suo limite, più o meno apertament­e lo hanno evidenziat­o anche gli allenatori che via via ha avuto e anche gli stessi ct azzurri che lo hanno convocato. Uno di questi è Cesare Prandelli. E ancora: ricordate cosa ci disse qualche mese fa Giuseppe Sannino che lo aveva nel Siena? «Con lui devi usare carota e bastone, la carota perché devi farlo sentire sempre importante, il bastone perché solo così lo costringi a stare sempre sul pezzo e con la testa sul manubrio». E su per giù lo stesso concetto lo mise in piazza Perinetti, che di quel Siena era il direttore generale. «Destro è un grandissim­o attaccante ma devi sempre fare in modo che abbia la tensione alta». E il 19 febbraio con la Juve, c’è da giurarlo, Mattia l’avrà: solo ieri sono stati venduti 10.000 biglietti, polverizza­ndo così ogni record degli ultimi 15 anni relativo al primo giorno di prevendita. Sono già esaurite la Curva Bulgarelli, la Curva San Luca (restano biglietti di settore ospiti) e la Tribuna Family: consideran­do l’attuale capienza ridotta del Dall’Ara restano 5-6.000 biglietti a disposizio­ne.

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