Corriere di Bologna

Costituzio­ne e giuramento Merola dà il benvenuto al portavoce degli islamici

- di non aver nessuno ruolo alle amministra­tive. Sicurament­e andrò a votare, ma non ho alcuna intenzione di candidarmi». E per essere ancora più chiaro, aggiunge: «Non farò parte di nessun comitato elettorale e di nessuna lista, ma mi rendo disponibil­e a co

Se la conquista del voto dei nuovi cittadini italiani può essere strategica per la vittoria al primo turno del sindaco Merola, allora chi meglio del presidente della Comunità islamica di Bologna può intercetta­re parte di questi elettori?

A maggior ragione visto che da oggi Yassine Lafram è a tutti gli effetti cittadino italiano, dopo aver prestato giuramento nella Sala Rossa di Palazzo d’Accursio davanti allo stesso sindaco che gli ha regalato una copia della Costituzio­ne.

Una scelta, quella della sua nuova cittadinan­za, avvenuta due anni fa con la richiesta ufficiale dopo il matrimonio con una ragazza italiana e presa perché «sentivo il peso del non essere riconosciu­to cittadino italiano». La sua impossibil­ità a scegliere «il sindaco, il consiglier­e di quartiere o i parlamenta­ri che mi dovrebbero rappresent­are», per un personaggi­o che grazie al suo ruolo è molto noto in città, è stato da lui vissuto come «un diritto mancato».

Ora che però Lafram potrà esprimersi in primavera per l’elezione del nuovo sindaco e del nuovo consiglio comunale, mettendo anche la sua scheda nell’urna, il suo voto fa gola a molti, non è certo un mistero.

A partire dal Pd, il principale partito cittadino e quello dallo stesso Merola. «Sono contento come amico e come sindaco. E la sua cittadinan­za è un fatto molto importante per me e per la nostra città. Per questo ci tenevo a essere presente», le parole del sindaco.

Fino a lasciarsi andare a una battuta, che forse tanto battuta non è: «Finalmente mi potrà votare, mi ha già sostenuto nelle passate primarie». Per poi farsi più serio. «Credo che come rappresent­ante di una comunità religiosa tenga molto alla sua autonomia e indipenden­za».

Il diretto interessat­o giura che sarà così, almeno per il momento. Nessuna sua discesa in campo né nelle liste del Pd e nemmeno in quelle civiche che si stanno costruendo in questi giorni a supporto del sindaco. E neppure un endorsemen­t da parte sua alla vigilia del voto. «Ho la possibilit­à, ma ho deciso di non candidarmi, dal 2005 dove si è laureato e tuttora risiede. È sposato con una donna italiana che lo ha accompagna­to in Comune per il giuramento assieme a uno dei suoi figli. La richiesta per l’otteniment­o della cittadinan­za italiana è datata febbraio 2014 e lo scorso 21 gennaio è arrivato il decreto del prefetto di Bologna. « Un momento molto emozionant­e per me, sono anni — racconta — che porto avanti la battaglia sui diritti delle seconde generazion­i. Ragazzi che sono nati e cresciuti in questo Paese e che si sentono figli legittimi dell’Italia. Ma purtroppo questa loro appartenen­za non è mai stata riconosciu­ta».

Il sindaco Finalmente mi potrà votare, mi ha già sostenuto nelle passate primarie

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