Le associazioni antimafia: «Chiesa poco consapevole» Zuppi: «Ci siamo»
Anche nella nostra regione la Chiesa è indietro nella lotta alle mafie. Detto in altri termini: «La storia dell’EmiliaRomagna sarebbe potuta essere diversa se la Chiesa avesse avuto maggiore consapevolezza del fenomeno mafioso». È quanto si legge nel nuovo dossier sulle mafie «Tra la via Aemilia ed il west», realizzato dalle associazioni AdEst, Gruppo dello Zuccherificio di Ravenna, Gruppo Antimafia Pio La Torre di Rimini e Rete di San Marino. Un’accusa a cui ieri ha risposto l’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi. La mafia in regione «è una sfida insidiosa», ha detto Zuppi, rivendicando però che da parte della Chiesa «c’è attenzione. Mi sembra eccessivo dire che non ci sia sensibilità». La mafia «è veramente insidiosa — ha aggiunto — ci sono connivenze difficili da evidenziare. Ma che ci sia attenzione e disponibilità da parte della Chiesa, questo è sicuro». L’arcivescovo ne ha parlato ieri a margine della convention di Nettuno Tv. «C’è voglia di informazione tra i giovani e noi, come Chiesa, non sempre riusciamo a soddisfare la domanda di comunicazione delle nuove generazioni: dobbiamo migliorare», ha detto Zuppi alla convention, aperta a Palazzo De’ Toschi dal presidente Guarnieri Minnucci e dal direttore Spada. Monsignor Zuppi — che ha raccontato di aver incontrato anche una delegazione locale dell’Ucsi (giornalisti cattolici) — ha sostenuto che c’è un ritorno di attenzione alla carta stampata. «Alla Chiesa — ha sottolineato l’arcivescovo — fa bene la comunicazione. Ma fa bene a tutti: serve per crescere e per capirsi».