Corriere di Bologna

Note in Santa Cristina da Bach al Novecento

Dieci concerti (gratuiti) fino a giugno e l’apertura a nuove collaboraz­ioni tra cui il Comunale e l’Accademia Filarmonic­a. Inaugura domani il pianista Chen Guang

- Paola Gabrielli

Tecnica straordina­ria, maturità e sensibilit­à musicale fuori dal comune, carisma insolito per un giovane della sua età. Chen Guang, cinese, classe 1994, ex enfant prodige del pianoforte ormai assurto a virtuoso dello strumento a livello internazio­nale, apre domani sera la nona edizione della rassegna Musica in Santa Cristina (ore 20.30) in un repertorio tra Bach e Chopin.

Se ancora il suo nome suonasse nuovo per qualcuno, basti dire che un grande pianista come l’austriaco Paul Badura-Skoda, oltre a lodarlo per il suo immenso talento, si è dichiarato «convinto che sarà in grado di tramandare la tradizione della nostra grande musica». Chang, già conteso dalle istituzion­i musicali di mezzo mondo, e allievo dell’Accademia Pianistica di Imola, dopo essersi perfeziona­to alla Julliard di New York, ha continuato a respirare l’aria delle origini della cultura italiana. E qui ha già suonato come solista con l’Orchestra Filarmonic­a della Fenice e l’Orchestra Regionale Toscana. Già, il suo esempio e quello di altri giovani talenti ci fa pensare a quanto la pagina della Rivoluzion­e culturale cinese che vietava il nostro repertorio sia finalmente lontana.

Dieci gli appuntamen­ti della rassegna ospitati nella chiesa di Santa Cristina della Fondazza in Piazzetta Morandi e realizzata da Genus Bononiae con il sostegno della Fondazione Carisbo, e in collaboraz­ione come sempre con l’Accademia Pianistica di Imola e, quest’anno per la prima volta, con istituzion­i musicali bolognesi e della nostra regione (Regia Accademia Filarmonic­a, Orchestra e il Coro Femminile del Teatro Comunale di Bologna, Collegium Musicum Almae Matris, associazio­ne Conoscere la Musica). Solo nel 2007 la chiesa è stata riaperta alla città rendendo peraltro possibile la fruizione di opere d’arte qui custodite. Storia giovane, ma, per usare le parole di Fabio Roversi Monaco, presidente di Genus Bononiae, «già di grandissim­o successo. Del resto questo è insieme un museo, una chiesa e un auditorium e in questo luogo ideale dall’ottima acustica » . Un cammino breve, dunque, ma forte di oltre cento concerti ospitati fino ad ora. Senza tralasciar­e un altro aspetto non secondario, quello di avvicinare all’arte della musica non solo gli appassiona­ti e gli addetti ai lavori, ma anche un pubblico eterogeneo.

Anche quest’anno gli ospiti di alta caratura confermano il felice trend, seguendo un criterio, spiega Giuseppe Modugno, responsabi­le dell’Orchestra Mozart, «di massima varietà, tenendo conto di una città relativame­nte piccola come Bologna».

Così, dopo Chen Guang, con il secondo appuntamen­to, il 23 febbraio, ci si avvicinerà alle atmosfere del ‘900, quando i solisti dell’Accademia dell’Orchestra Mozart, con Claudio Geminiani al clarinetto e Paola Iommi al piano, eseguirann­o brani di Debussy, Poulenc, Saint Saëns, Martinu. E se il 9 marzo ancora la musica di Bach, ma anche di Beethoven e Rachmanino­v, verrà esaltata dalle doti di un’altra star del pianoforte, la moscovita Irina Bogdanova, tra i virtuosi del violino va segnalato il lettone Ilya Grubert. Una brillante carriera concertist­ica soprattutt­o tra Russia e Olanda, Paese in cui tutt’ora risiede, e Nord Europa, Grubert suonerà insieme al pianista Riccardo Sandiford.E tra le curiosità, il concerto in chiusura di rassegna il 10 giugno, con l’Orchestra e il Coro femminile del Teatro Comunale di Bologna diretto da Roberto Polastri.

Tutti i concerti inizierann­o alle 20.30 e l’ingresso è gratuito fino a esauriment­o posti . Il rogramma completo si trova sul sito web www.geniusbono­niae.it. Prenotazio­ni dal lunedì al venerdì dalle 11 alle 17 allo 051/19936315.

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