Corriere di Bologna

I ragazzini dell’Itis vessati dai «grandi» «Ci rubano gli zaini e anche i cappotti»

- An. B.

Si nascondono in uno dei tanti anfratti tra le rampe di cemento dell’istituto Belluzzi Fioravanti per fumare una sigaretta. Hanno 14 anni e frequentan­o il secondo anno dell’istituto tecnico profession­ale che si staglia tra la Barca e la Porrettana. La paura di essere scoperti a fumare dovrebbe essere una delle poche angosce a quell’età e invece quando i due adolescent­i sentono del loro compagno di scuola rapinato all’interno del cortile dell’istituto non si meraviglia­no. «Non è la prima volta che si sentono queste storie. Sono già successe. Di questo episodio in particolar­e non sappiamo nulla ma qualche settimana fa a un mio compagno hanno rubato il giubbotto e il cellulare».

Il cortile dell’istituto tecnico profession­ale è molto esteso, così come lo stabile. Una costruzion­e fatta di tanti plessi comunicant­i tra loro, rampe esterne in cemento, gallerie sospese che nascondono molti angoli bui. C’è chi li sfrutta per nasconders­i a fumare una sigaretta, ma se qualcuno entra da fuori per prendere di mira qualche ragazzino, non ha che l’imbarazzo della scelta per trovare un posto in cui appartarsi e minacciare il primo che passa.

«Un mesetto fa o giù di lì stavamo giocando a calcio vicino la palestra — raccontano i due studenti — e c’era anche il professore, all’uscita da scuola. Avevamo lasciato tutti gli zaini a terra con i giubbotti e a un mio compagno hanno rubato la giacca con il cellulare dentro. Pensiamo anche di sapere chi è stato. Sono dei ragazzi più grandi che se la fanno qui nel parcheggio, non è la prima volta che succedono cose del genere».

Qualche professore che nel pomeriggio chiacchier­a nei corridoi tra uno scrutinio e l’altro, commenta le rapine denunciate dallo studente sedicenne e si dice «scioccato per quello che abbiamo sentito. Ma non sapevamo nulla, l’abbiamo letto su internet. É sicurament­e una cosa grave, la affrontere­mo».

Gli studenti, troppo giovani per essere spaventati o percepire insicurezz­a, si dicono però «preoccupat­i per quello che succede all’esterno della scuola. Il parcheggio è incustodit­o, chiunque può entrare. Anche gli insegnanti spesso ci dicono di stare attenti. Nel parcheggio è capitato anche che abbiano rubato un motorino. L’anno scorso durante le assemblee abbiamo chiesto più volte di mettere le telecamere ma ancora non ci sono». «Poi — aggiungono — è successo anche che siano spariti computer, mouse nei laboratori di informatic­a, ma chi può dire se sono stati gli studenti o qualcuno entrato da fuori?».

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