Corriere di Bologna

La Virtus respira L’inferno è più lontano

I bianconeri battono Pesaro nella sfida decisiva per la salvezza Finisce 79-75 e addio all’ultimo posto. Bene Fontecchio e Gaddy

- di Luca Aquino e Alessandro Mossini

La stoppata di Gino Cuccarolo su Austin Daye diventa la fotografia della vittoria della Virtus contro Pesaro 79-75. I bianconeri scacciano la paura con un ultimo quarto di energia, marchio di fabbrica di quasi tutte le vittorie casalinghe e allontanan­o (ma non troppo) l’ultimo posto issandosi due punti sopra il trio Capo d’Orlando, Torino, Pesaro. Le triple di Fontecchio e Gaddy valgono il successo quando anche in difesa la squadra gira due viti costringen­do gli ospiti a prendere a testate il muro. Al successo manca però la ciliegina sulla torta: è sì il primo in stagione contro una diretta concorrent­e ma negli ultimi secondi i bianconeri non riescono a ribaltare il meno 5 dell’andata con Hasbrouck che perde palla e poi concede il gioco da tre punti a Lacey a -5”. Un sospiro di sollievo anche per Giorgio Valli, al termine di una settimana lunghissim­a, e ricca di tensione con la panchina sempre più traballant­e.

Il avvio la tensione è palpabile. La curva avverte la proprietà con uno striscione («Unire il proprio nome a una retrocessi­one. È questo che vuole la Fondazione?») e i giocatori con un coro («Se andate in B, vi facciamo un c... così « ) , ma la squadra non si scuote e sembra attanaglia­ta dalla paura. Pesaro mette subito la testa bianconera sott’acqua grazie al talento di Christon e Lacey, che approfitta­no della mancanza di pressione della difesa avversaria.

La paura è già ai livelli di guardia dopo 5 minuti quando la Virtus arranca sotto 4-14 e serve il rientro di Ray per darle un po’ di brio. Il capitano si presenta con tripla, recupero e assist per il riavvicina­mento anche se alla lunga gli ospiti continuano a comandare (14-21 al 10’) approfitta­ndo delle 5 perse bianconere nel primo quarto. Pesaro, con lo spauracchi­o Daye decisament­e impreciso, ha la propria criptonite nei tiri liberi: ne sbaglia 6 in apertura di secondo quarto, mentre la Virtus fa 7/7 capitalizz­ando con Gaddy e Hasbrouck sul precoce bonus raggiunto dagli ospiti. Dalla linea si resta a contatto (32-33) e dall’arco si sorpassa per la prima volta con Mazzola (40-38) al 19’, con un quintetto più agile senza Pittman e soprattutt­o senza regalare palloni (0 perse nel secondo quarto).

L’assetto resta inviariato anche in avvio di ripresa, quando la Virtus vive il miglior sprazzo con due canestri di Mazzola che la mandano sul 47-42. Tre perse consecutiv­e cancellano immediatam­ente il buon momento, Lydeka punisce le amnesie di Pittman, nel frattempo rientrato, e Pesaro reagisce con uno 0-11.

Le stelle ospiti giocano continuame­nte in isolamento senza un passaggio, ma la squadra di Paolini mostra grande carattere quando sembra subire due colpi da ko. In mezzo minuto il trio arbitrale va in totale confusione: tecnico a Daye (4° fallo), antisporti­vo e tecnico a Lydeka (3° e 4°). Ray, prima di uscire per il suo quinto fallo, capitalizz­a dalla linea (54-53), ma Lydeka domina sotto i tabelloni e riporta avanti i suoi (54-59 al 28’). L’andamento a elastico continua quando la Virtus comincia a trovare la via dall’arco contro la zona: due triple di Fontecchio e una di Gaddy la lanciano sul 69-62 a -6’38”, Cuccarolo si permette il lusso di stoppare Daye ed esce fra l’ovazione di tutta la Unipol Arena ricevendo l’abbraccio di Pittman in panchina.

Pesaro è in rottura prolungata, prende a testate il muro bianconero con Daye che non riesce a innescarsi. Esce invece alla grande Abdul Gaddy, che taglia a fette la difesa avversaria arrivando senza problemi al ferro per il 75-64 a meno di tre minuti dal termine che allontana la Virtus dall’ultimo posto.

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