Corriere di Bologna

Regione e Comune «salvano» la Fiera Dieci milioni per non perdere Eima

Sì alla ricapitali­zzazione e via all’iter del restyling. Il sindaco: mi aspetto risposte positive dai privati

- Beppe Persichell­a

Una nuova e attesa iniezione di liquidità per ridare ossigeno alla Fiera e convincere Eima (il Salone internazio­nale delle macchine agricole, biennale) che il futuro dell’expò bolognese non è a rischio.

A dare una scossa, dopo il brusco no arrivato dalla Fondazione Carisbo alle richieste del numero uno via Michelino Duccio Campagnoli che chiedeva ai privati nuovi soldi per sostenere il piano di espansione del quartiere fieristico (una prima volta stimato in 70 milioni di euro) ci hanno pensato i due soci pubblici, la Regione e il Comune.

Viale Aldo Moro ha già deliberato un aumento di capitale di cinque milioni, altrettant­o si è impegnato a fare Palazzo d’Accursio nei prossimi giorni. In tutto quindi dieci milioni per far capire a tutti «che noi ci siamo e siamo decisi a ricapitali­zzare la Fiera», ha spiegato il sindaco Virginio Merola, più che mai certo che «buona parte dei soci privati risponderà positivame­nte a questo segnale». Una somma messa sul tavolo nemmeno troppo a sorpresa dal sindaco e dal governator­e Stefano Bonaccini (la giunta regionale di ieri che ha dato l’ok all’aumento di capitale si è svolta per l’occasione a Palazzo d’Accursio) anche per cercare di rasserenar­e il clima pesante che si respira dalle parti di via Michelino. Prima il muro eretto da Leone Sibani che ha escluso in maniera categorica alcun intervento economico della Fondazione Carisbo da lui presieduta per far fronte all’ampliament­o del Fiera district («la Fiera non rende, dovrà rivolgersi altrove per trovare gli investitor­i per il piano di sviluppo, ma non credo sia facile. Perché destinare altre risorse a un settore che fino ad adesso a noi investitor­i ha dato scarsi risultati?», si era chiesto Sibani nemmeno un mese fa).

Maggiori spazi che da tempo chiede a gran voce Eima (la prossima mostra delle macchine agricole si terrà a novembre), dopo aver più volte minacciato di dire addio a Bologna per approdare tra le braccia di Milano. Un’eventualit­à che via Michelino, dopo aver perso il Motor Show, il salone dell’auto per eccellenza, non può permetters­i. E così a metterci una pezza, almeno per ora, ci hanno pensato i soci pubblici. «Riteniamo che la Fiera di Bologna debba essere adeguata alle richieste di Eima», ha sottolinea­to l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi. «Abbiamo dato corso a ciò che avevamo promesso», ha aggiunto Bonaccini. A ruota si è inserito Merola che, oltre alla ricapitali­zzazione, ha promesso a breve pure il via libera alla variante urbanistic­a per l’allargamen­to del quartiere fieristico. Un uno-due che dovrebbe, almeno per ora secondo i piani del sindaco, depotenzia­re la mina Fiera in queste settimane che precedono il clou della campagna elettorale per la sua riconferma.

Anche perché il no di Sibani ha prodotto un vero e proprio terremoto dentro la società. Prima la presa di posizione del presidente del Collegio dei revisori Paolo Osti per stigmatizz­are le dichiarazi­oni pubbliche del numero uno della Fondazione. Poi le dimissioni a catena dei t re membr i del collegio, Sergio Folicaldi (in quota agli azionisti privati), Francesco Ferrari e Alessandro Ricci (i profession­isti nominato dal Comune), in aperto dissenso con l’uscita di Osti. Un’aria che si è fatta nel giro di poche settimane fin troppo pesante, tanto che è dovuto intervenir­e Bonaccini. Mettendoci da subito cinque milioni, la Regione conta di riportare così un po’ di tranquilli­tà in via Michelino. «Mi auguro che questo serva a dimostrare che da parte dei soci pubblici è interesse investire — il suo auspicio —. La Fiera di Bologna è una delle più importanti d’Italia ed Europa. Noi abbiamo fatto quello che altri soci ci avevano chiesto. Se poi ci sono chiariment­i all’interno dell’azienda, si discutono nelle sedi competenti. Non sono abituato a farlo sui giornali».

L’assessore Costi Riteniamo che la Fiera di Bologna debba essere adeguata alle richieste di Eima

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Il quartiere Una veduta dei padiglioni di BolognaFie­re: il progetto prevede l’allargamen­to degli spazi a Nord

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